Senato. Il voto passa, bagarre dopo gesto sessista di Barani

ROMA – Altra tappa estremamente turbolenta in Senato, quella effettuata oggi nell’on the road che porterà Palazzo Madama al voto finale sul ddl Boschi sulle riforme il prossimo 13 ottobre.

Stamattina si è ripreso con l’esame degli emendamenti all’articolo 2, quello relativo all’eleggibilità dei futuri senatori,  ancora però con l’ombra del famigerato emendamento Cociancich, quello che ieri ha di fatto ‘cangurato’ tutto il fascicolo degli emendamenti all’articolo 1 scatenando rabbia e anche dubbi da parte dell’opposizione sulla reale paternità del testo. E così lo stesso Cociancich, a lungo richiesto, ha infine preso la parola per confermare: “Assumo la paternità totale di questo emendamento, e vorrei precisare che ne ho presentati anche altri con lo stesso contenuto, ottenendo anche l’appoggio e la firma di colleghi dell’opposizione. E ho presentato emendamenti analoghi anche nella prima lettura”. Sciolto l’arcano, i toni  sono rimasti comunque molto alti anche sull’articolo successive, anche se i voti sono andati avanti abbastanza spediti: superato lo scoglio dei soppressivi dell’intero articolo (con Anna Finocchiaro che avvertiva: “Se si sopprime l’articolo, salta tutta la riforma”), i numeri della maggioranza hanno oscillato parecchio, da un massimo di 240 a un minimo di 157 voti sui singoli emendamenti, superando anche l’unica prova a scrutinio segreto, su un emendamento legato alla questione delle minoranze linguistiche: 160 i voti contrari, tanti per il senatore del Pd Andrea Marcucci  (“Un buon margine, 44 voti di differenza, che conferma la solidità del consenso sulla riforma. Sui capisaldi del testo, la maggioranza assoluta viene superata con grande nettezza. E’ normale scendere di qualche unità quando si affrontano temi più specifici. Anche oggi un altro bel passo avanti per il ddl del governo Renzi”), comunque tecnicamente meno, per un solo voto, della maggioranza assoluta dell’aula.   Nel mezzo, una interruzione dovuta a un caso che dice tutto della tensione palpabile in aula: un presunto gesto offensivo che il senatore Lucio Barani, (uno dei verdiniani di Ala) avrebbe rivolto alla collega del Movimento 5 Stelle Barbara Lezzi, denunciato per primo da Paola Taverna, sempre di M5S, e rimarcato anche dalla leghista Erika Stefani (“E’ un gesto che offende tutte le donne che ci sono qua dentro, vorrei vedere un moto di orgoglio da parte di tutta l’aula. Sono gesti volgari che devono essere allontanati da tutta l’aula”), Cinzia Bonfrisco (Cri) e Valeria Fedeli (Pd). Barani ha negato di aver rivolto gesti offensivi, spiegando di essere stato male interpretato. L’aula è stata momentaneamente sospesa in attesa di chiarimenti, ma dopo un necessario stop ai lavori il presidente Pietro Grasso ha ritenuto di convocare l’ufficio di presidenza per lunedì per valutare l’accaduto. 

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