Superbollo. Vuoi fare il figo con l’auto? Allora paga

Nella bozza della manovra finanziaria torna il superbollo per le auto che hanno una potenza superiore ai 125 Kw, ovvero 170 cavalli

ROMA – Tremate, tremate Tremonti è tornato. E questa volta l’asso nella manica del ministro nasconde una tassa salata a tutti quei possessori di auto che superano i 170 Cavalli. Tassa che partirà proprio da quest’anno, dal 2011, e alla quale, in caso di mancato pagamento, verrà applicata una sanzione pari al 30% dell’importo non versato. In questo calderone finiranno molte auto, anche le familiari del segmento D, come la Mondeo o la Passat. Ma bisogna ammettere che dietro a questo provvedimento,  si nasconde un segnale chiaro e preciso anche alle case automobilistiche. Almeno questo ci piacerebbe credere, anche se il governo ha pensato solo a fare cassa.  Insomma sarebbe l’ora che anche le fabbriche di vetture iniziassero a costruire macchine meno potenti e a minor impatto ambientale, come quelle ibride. Tanto a cosa serve avere sotto il sedere 300 cavalli con tutti i limiti di velocità? Giusto per fare il “figo”, perchè alcune vetture più che un’esigenza tangibile sono diventate uno status simbol da esporre con orgoglio. Se possiedi ad esempio un Suv c’è una ragione precisa, spesso riconducibile a un serio complesso di inferiorità. Perchè in questa società quello che conta  è la continua esigenza di  comunicare agli altri che non sei uno qualsiasi, ma sei uno che sa il fatto suo, tant’è che mentre guidi puoi guardare addirittura i tuoi simili dall’alto verso al basso. L’invasione negli ultimi anni dei fuoristrada, dei monovolumi è indicativo. Per non parlare dei mastodontici Hammer, che ricalcano il blindato corazzato usato dai militari americani nelle guerre in medio oriente.  E non tutti lo acquistano per comprovate necessità, ma perchè è la moda che lo impone. Sarebbe altresì utile introdurre una tassa su tutte quelle auto super inquinanti. Così  fare il figo sarebbe ancora più dispendioso. C’è solo da sperare che alle mode del momento prevalga il buon senso, almeno quando si penalizza la mobilità e soprattutto la qualità dell’aria che respiriamo.

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