Canone Rai. Viale Mazzini puntualizza: Si paga solo se in possesso del televisore

ULTIMORA –  La Rai pochi minuti fa ha precisato: “In Italia il canone ordinario deve essere pagato solo per il possesso di un televisore”. Lo dichiara in una nota l’Azienda di Viale Mazzini. «A seguito di un confronto avvenuto questa mattina con il ministero dello Sviluppo Economico – si legge in una nota – la Rai puntualizza che non ha mai richiesto il pagamento del canone per il mero possesso di un personal computer collegato alla rete, i tablet e gli smartphone».

«La lettera inviata dalla Direzione Abbonamenti Rai – entra nel merito l’Azienda – si riferisce esclusivamente al canone speciale dovuto da imprese, società ed enti nel caso in cui i computer siano utilizzati come televisori (digital signage) fermo restando che il canone speciale non va corrisposto nel caso in cui tali imprese, società ed enti abbiamo già provveduto al pagamento per il possesso di uno o piu» televisori«. »Ciò quindi – precisa la Rai – limita il campo di applicazione del tributo ad una utilizzazione molto specifica del computer rispetto a quanto previsto in altri Paesi europei per i loro broadcaster (Bbc…) che nella richiesta del canone hanno inserito tra gli apparecchi atti o adattabili alla ricezione radiotelevisiva, oltre alla televisione, il possesso dei computer collegati alla Rete, i tablet e gli smartphone. Si ribadisce pertanto che in Italia il canone ordinario deve essere pagato solo per il possesso di un televisore«.

 

 


 

ROMA – È un mantra quello che da qualche tempo circola sulle tre reti Rai: “ricordati di pagare il canone…

 

il 29 febbraio è il termine ultimo per pagare il canone… pagare il canone è un obbligo”. Un’intensa campagna di promozione, con tanto di morale. Conduttori e giornalisti, insieme per chiedere i soldi necessari al servizio pubblico per sponsorizzare partiti politici, simpatizzanti e portatori d’interessi personali. Ma senza canone Rai addio anche a Corradino Mineo, Quark, Report, Geo. E tante altre piccole realtà, perlopiù in seconda serata, sempre più difficili da portare avanti da sole.

Meglio guardare video su youtube o vimeo? Sì, ma il canone Rai lo paghi lo stesso. In virtù di un Regio decreto del 1938: “Chiunque detenga uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni, è obbligato al pagamento del canone di abbonamento”. Quindi anche Pc, Ipad, smartphone. In questi ultimi giorni imprese, lavoratori autonomi, enti pubblici ed enti privati nella buca della posta oltre alle bollette per le utenze, le cartelle pazze di Equitalia hanno ricevuto anche una lettera che chiede il pagamento del canone Rai. Possiedi un Pc, allora vuol dire che guardi la televisione. Lo usi solo per lavorare, chi mi dice che non sbirci il sito della Rai. Più che abbonamento Rai si tratta di una vera e propria tassa di possesso su dispositivi video.

La notizia ha provocato un fiume di polemiche, l’Adoc ha denunciato “Non solo liberi professionisti e PMI, la richiesta da parte della Rai di pagare il canone anche a chi non possiede la tv ma solo computer è arrivata anche ai cittadini privati e alle famiglie”. Il Codacons chiede un incontro urgente con la Rai per definire un protocollo d’intesa. E in una nota Adusbef e Federconsumatori parlano di “scippo” e chiedono al ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera di “evitare l’ennesimo salasso”. La Rai, si legge nella nota, ha sfornato l’ennesimo balzello, a carico di imprese, studi professionali ed uffici, per imporre un pesante tributo sul possesso non solo degli apparecchi Tv, ma anche di qualsiasi dispositivo atto o adattabile a ricevere il segnale tv, inclusi monitor per il Pc, videofonini, videoregistratori, Ipad, addirittura sistemi di videosorveglianza, telefonini che si collegano ad internet con una somma che, a seconda della tipologia di impresa, va da un minimo di 200 euro fino a 6.000 euro l’anno a carico di oltre 5 milioni di utenti per un controvalore di 1 miliardo di euro l’anno

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