Lo psicologo: solo 1 paziente oncologico su 5 ne beneficia

Dalla presentazione in Senato del XXIV Congresso Mondiale di Psiconcologia che si terrà alla fiera di Milano dal 31 agosto al 3 settembre, emerge  che in Italia il servizio di psiconcologia viene garantito solo ad un paziente su cinque. 

Infatti, l80% dei malati di cancro è costretto a trovare da solo soluzioni o utilizzare strutture fai da te, grazie a volontari e a figure non sempre specializzate e all’altezza della situazione. Tutto ciò si traduce in gravi danni nella capacità di combattere la neoplasia e forti riflessi sulla qualità di vita sia dei pazienti che delle loro famiglie. 

“Eppure il nostro Paese è all’avanguardia in questo settore – spiega la professoressa Gabriella Pravettoni, presidente del Congresso e direttore della Divisione di Psiconcologia dell’Istituto Europeo di Oncologia – e nel garantire ai malati il giusto supporto in una fase molto delicata, come sottolineano ormai centinaia di studi clinici pubblicati sulle principali riviste scientifiche internazionali”. 

“Lo psiconcologo è ormai riconosciuto come fondamentale nei team multidisciplinari nelle divisioni di oncologia – sottolinea Pravettoni – il suo ruolo è quello di potenziare le risorse personali nella gestione della malattia e del proprio percorso di cura agendo su più livelli: famiglia, medico, società”. 

“Grazie alle diagnosi precoci e soprattutto alle nuove terapie siamo riusciti a controllare a lungo buona parte delle neoplasie – spiega il professor Paolo Marchetti, direttore scientifico Idi di Roma e Ordinario di Oncologia all’Università La Sapienza – l’88% delle donne colpite da un tumore del seno è vivo a 5 anni, così come il 65% di chi ha ricevuto una diagnosi del carcinoma del colon e il 90% di un carcinoma della prostata, mentre per oltre un milione di persone possiamo parlare di guarigione definitiva. 

Le terapie sono sempre più personalizzate ed efficaci ma vanno gestite e spiegate al paziente e ai caregivers. È importante misurare anche gli effetti collaterali dovuti alla lunga durata dei nuovi trattamenti, spesso anche di modesta entità per la classificazione usata dal medico, ma che possono invece avere influenze molto pesanti nella vita quotidiana di chi li deve sopportare. 

La psiconcologia in questo processo è ormai essenziale e parte integrante del team multidisciplinare che affronta la neoplasia”. 

“Purtroppo, ancora troppo spesso il diritto al supporto psicologico viene negato ai malati e ai caregiver oncologici – sottolinea Elisabetta Iannelli, Segretario Generale Favo (Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia) -. Riceviamo di continuo lamentale per l’assenza di questa figura nei luoghi di cura mentre numerose sono le associazioni di pazienti che garantiscono lo psiconcologo con fondi propri. 

Ma è ora di cambiare, anche se purtroppo le premesse non sembrano buone con un Piano Oncologico Nazionale che dedica davvero poco spazio e nessuna indicazione in termini di programmazione del servizio e di stanziamento di risorse per rispondere a questo imprescindibile bisogno di salute”. 

“Confidiamo -conclude Iannelli – che questo Governo dimostri maggiore attenzione e concretezza, rispetto al precedente esecutivo, nell’assicurare l’assistenza psicologica a milioni di malati oncologici. Aver portato in Italia il Congresso Mondiale è un importante riconoscimento a tutti gli operatori ed ora gli occhi del mondo sono puntati sul nostro Paese”.

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