Storie vere di gatti veri. Balzac che volò dal cornicione 

Perché un gatto prima o poi nella sua vita vola dalla finestra?  A tradirlo può essere la curiosità, non c’è animale al mondo curioso come un gatto, altro che le scimmie che immeritatamente vantano questo primato. 

       Fateci caso: un gatto sta sempre curiosando, anche quando sembra non curarsi di niente. Spesso, per non dare nell’occhio, fa perfino finta di dormire, mentre in realtà è ben sveglio e sta sicuramente rimuginando qualche cosa. E cosa di meglio per un gatto di campagna di starsene appollaiato sul ramo di un albero non visto fra le foglie? 

       E per un gatto di città dominare la scena dall’alto del davanzale di una finestra strategicamente aperta sulla realtà, non importa se di un vicolo dove sembra non accada mai nulla o di una piazza affollata? In ogni caso, innumerevoli possono essere gli spunti curiosi da osservare con attenzione. Poi, può accadere l’imprevisto, e il pericolo è in agguato. E una finestra si rivela fatale. 

Si chiamava Balzac, come lo scrittore francese, abitava in una mansarda piena di libri, che la padrona di casa, accanita lettrice, accumulava sugli scaffali senza lasciare neanche il più piccolo spazio che il gatto potesse occupare per un pisolino. 

        Ma c’era la finestra, anzi più di una, che si affacciavano sulle case difronte, unite da un cornicione che sembrava fatto apposta per invitare ad un panoramico giro del palazzo ad alta quota e in perfetta solitudine. 

     Uscito dalla finestra del salotto e imboccato il cornicione, il gatto Balzac lo percorse tutto e un passo dopo l’altro arrivò dall’altra parte dello stabile, dove altre invitanti finestre si aprivano su case che non erano la sua, e proprio per questo meritavano di essere visitate. Così, solo per curiosità. 

   La prima finestra trovata appena socchiusa, aprì a Balzac la strada per entrare in un altro salotto, con molti meno libri, ma un invitante divano che sembrava aspettarlo. Un balzo ed eccolo in posizione, e quando accorsero i padroni di casa, una coppia giovane che amava i gatti, presero subito a ben volere quel gattone che sembrava sceso dal cielo. 

       La scena si ripeté più volte e per Balzac diventò un’abitudine passare qualche pomeriggio da quei gentili vicini di casa che ogni volta gli offrivano anche la merenda, certi croccantini di prima qualità che da sprovveduti compravano al supermercato senza badare al prezzo. Una vera pacchia. 

       Ma il pericolo era in agguato: d’inverno, quella parte di cornicione che circondava l’ultimo piano del palazzo, nella parte esposta a settentrione trattenne più che altrove quella poca neve caduta in nottata, che di notte ghiacciò, e quando Balzac di ritorno dalla merenda sul divano dei vicini si affrettò verso casa, spinto anche dal freddo pungente, scivolò sul velo di ghiaccio e volò nel vuoto. 

        Fatalità volle che invece di cadere nel cortile andò ad urtare contro la ringhiera di un terrazzo che gli spezzò la schiena. Morì poco dopo fra le braccia dell’affranta padroncina, che non l’ha mai dimenticato. Ed ha continuato a prendersi in casa gatti di tutte le razze, senza badare alle loro dimensioni anche le più ingombranti.

Da “12 storie vere di gatti veri” di Sandro Marucci, edizioni La Quercia 2024.

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