L’antica tecnica agricola che può ridurre le emissioni di CO₂ in Pianura Padana

La Pianura Padana, oggi tra le aree più inquinate d’Europa e hotspot globale per la concentrazione di gas serra, potrebbe diventare un modello internazionale di agricoltura sostenibile.

A rivelarlo è uno studio congiunto dell’Università degli Studi di Milano e del Massachusetts Institute of Technology (MIT), che indica nel recupero della Coltura Promiscua una strategia concreta per mitigare il cambiamento climatico e migliorare la qualità dell’aria.

Cos’è la Coltura Promiscua e perché può ridurre la CO₂

La Coltura Promiscua è un’antica tecnica agricola basata sulla coltivazione integrata di più specie – alberi, viti, cereali, ortaggi e foraggi – all’interno dello stesso appezzamento. Un sistema agroforestale complesso, capace di immagazzinare carbonio nel suolo e nella vegetazione in modo molto più efficiente rispetto alle monocolture moderne.

Secondo lo studio, pubblicato su Scientific Reports, questo modello agricolo era in grado in passato di sequestrare oltre 75 tonnellate di carbonio per ettaro. Se reintrodotto su larga scala, potrebbe aumentare fino al 12% la capacità di assorbimento della CO₂ nei paesaggi rurali della Pianura Padana. Un risultato significativamente superiore ai tempi e ai costi dell’afforestazione, che richiederebbe la conversione in bosco di circa il 25% delle superfici agricole attuali.

Un territorio critico: perché agire in Pianura Padana

Con i suoi 46.000 km² e oltre un terzo della popolazione italiana, la Pianura Padana è un’area chiusa tra Alpi e Appennini che limita il ricambio d’aria, favorendo l’accumulo di particolato e gas climalteranti. Qui il settore agricolo genera il 55% delle emissioni nazionali di gas serra legate all’agricoltura, con un forte contributo di CO₂.

Ripristinare sistemi agroforestali multifunzionali come la Coltura Promiscua significherebbe:

  • migliorare la fertilità del suolo e ridurre l’erosione
  • aumentare la biodiversità vegetale e animale
  • favorire impollinatori e insetti utili
  • mitigare i parassiti senza pesticidi
  • regolare i cicli idrici e il microclima
  • migliorare la qualità dell’aria

Una perdita del 97% in meno di un secolo

Documentata dal Medioevo e diffusa fino al Novecento tra Lombardia, Emilia-Romagna e dorsale appenninica, la Coltura Promiscua occupava 1,9 milioni di ettari nel XIX secolo, rendendola uno dei più estesi sistemi agroforestali d’Europa. Industrializzazione agricola, meccanizzazione e urbanizzazione hanno però cancellato il 97% di queste superfici tra il 1929 e il 2024.

“Questo studio dimostra che le conoscenze rurali tradizionali non sono obsolete: possono essere strumenti decisivi per un’agricoltura rigenerativa, resiliente e capace di affrontare la crisi climatica” spiega Filippo Brandolini, Marie Curie Fellow (Università di Milano – MIT) e coordinatore della ricerca.

Non nostalgia, ma innovazione climatica

Recuperare la Coltura Promiscua non significa tornare al passato, ma integrare tradizione e tecnologia per costruire un nuovo modello produttivo: più biodiverso, più stabile, meno dipendente da input esterni e in grado di trasformare la Pianura Padana da zona a rischio a laboratorio europeo di soluzioni climatiche basate sulla natura (Nature-Based Solutions).

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