Salute. Medicina estetica, Sime: attenti al ritocco low cost

Parla Fulvio Tomaselli, presidente società medicina Estetica

ROMA – “Prevenire, curare e poi – forse – correggere”. È questa la filosofia seguita dalla Società Italiana di Medicina Estetica che, per valutare al meglio la possibilità di intervenire chirurgicamente sul paziente, riunisce in chiave multidisciplinare medici e tecnici di varie specialità. “In merito all’evoluzione delle metodologie- fanno sapere dalla Società- in 40 anni è cambiato il mondo. Quello che non è cambiato è il nostro codice etico: la medicina estetica si muove verso tutti gli inestetismi non accettati dalla persona. Ma non è di certo il medico estetico a dire al paziente ‘hai troppe rughe’. Chi si rivolge a noi, insomma, è perché ha già valutato con altri specialisti la possibilità di trovare soluzioni a problemi legati al proprio aspetto fisico”. Per saperne di più la Dire ha intervistato il professor Fulvio Tomaselli, presidente della Sime.

Chirurgia estetica low cost e turismo del ‘ritocco’. Cosa ne pensa?

“La qualità non si svende. Penso che il turismo del ‘ritocco’ sia assolutamente da evitare: si tratta di un gioco rischioso, di un fenomeno nato da siti in cui il paziente viene trattato come un affare. Non è in discussione la validità dei professionisti, ed è normale che le persone siano attirate dai prezzi bassi, ma l’economicità può essere a discapito della qualità. Il problema del turismo del ‘ritocco’ è poi anche un altro: quando un intervento fatto all’estero presenta complicanze post-operatorie, è difficile trovare qualcuno che prenda in carico la sua problematica. In pochi hanno voglia di mettere mano a problemi derivati da trattamenti eseguiti da altri, anche se con giusta tecnica, semplicemente perché non si sa come siano stati fatti e la complicazione è sempre in agguato. Con una punta di orgoglio posso dire che nella nostra storia ospedaliera, a fronte di 350.000 prestazioni erogate, non abbiamo mai avuto richieste di risarcimento”.

Prezzi più competitivi e possibilità di pagare a rate gli interventi… è questa la vostra ricetta per tenere botta alla crisi?

“La crisi ha colpito ogni settore e la medicina estetica non fa eccezione: se prima il chirurgo faceva dieci interventi, adesso ne fa decisamente meno. Quando è nato il nostro ambulatorio al Fatebenefratelli – vent’anni fa – i nostri prezzi erano un 30% più bassi   rispetto a quelli che proponevamo all’esterno. Oggi, invece, i prezzi si sono adeguati perché il potere d’acquisto si è ridotto. In ogni caso bisogna tenersi alla larga dalle offerte troppo vantaggiose, perché nessuno può vendere il filetto al prezzo dello spezzatino. Se costo 5 e non 10, insomma, un motivo ci sarà: o sono meno bravo, oppure uso per esempio materiali peggiori. Di contro, chi è troppo esoso non ha molte giustificazioni se non un’ipertrofia dell’io. Quanto alla possibilità di pagare i trattamenti a rate, questo succede da anni. Occhio però: con la scusa di agevolazioni economiche spesso si compiono vere e proprie truffe ai danni delle persone. Il debito è con la finanziaria e non col medico, e questa non sente ragioni. Penso che il finanziamento sia interessante solo su grosse cifre, che raramente sono della medicina estetica, ma in quel caso può essere lo stesso medico a proporre al paziente un pagamento a rate. Basta accordarsi. La nostra etica, d’altronde, ci impone di proporre il massimo col minimo”.

Medicina estetica e giovani pazienti: da che tipo di rapporto sono legati?

“I giovani pazienti sono quelli che rientrano maggiormente nell’ambito della prevenzione: è molto più facile per loro mantenere quello che mamma e papà gli hanno dato, piuttosto che andarlo a recuperare 30 anni dopo. È chiaro che l’invecchiamento prosegue, ma è quello precoce che noi medici estetici dobbiamo frenare: partendo dall’assunto che l’invecchiamento non è una malattia, se arriva troppo presto può diventare un problema per la persona. In quel caso il giovane paziente può tranquillamente mantenere un buon aspetto anche solo con uno stile di vita e una cosmesi appropriate”.

Trovare insieme la soluzione medica più adatta per incidere sull’origine del problema in modo efficace e sicuro. Ѐ in quest’ottica che nasce la collaborazione tra medici e medici di medicina estetica?

“Un lavoro sinergico tra i vari specialisti del settore diventa fondamentale per salvaguardare la salute del paziente. Noi medici estetici non ci inventiamo ‘tuttologi’: se nell’ambito di una visita riscontriamo che ci sono delle attinenze specialistiche, inviamo il paziente dallo specialista di competenza. Il problema nasce piuttosto al contrario, cioè quando il medico di altra disciplina decide di fare medicina estetica, il che non significa solo fare un filler, quattro punturine, oppure una tossina botulinica. Chi fa solo una pietanza, per intenderci, non può definirsi uno chef”.

Come definirebbe la medicina estetica?

“La medicina estetica prevede una presa in carico globale della persona, sia per i suoi eventuali inestetismi accertati sia per quello che è il suo stile di vita. Detto questo, la medicina estetica è prima di tutto medicina di prevenzione, poi di recupero, e solo infine di correzione. Quello che noi medici estetici cerchiamo di fare è soprattutto mettere in atto un recupero della fisiologia dell’individuo, cercando di mantenere l’organismo in buono stato. Nata 40 anni fa come medicina per il sano, infatti, negli ultimi 10 la medicina estetica è diventata medicina per tutti. Nel nostro ospedale, per esempio, c’è una sezione di medicina estetica per il malato”.

Un numero sempre crescente di medici, in Italia, si occupa di medicina estetica. Voi intanto siete stati i primi a fondare – nel 1990 – una scuola internazionale…

“Negli anni sono aumentate le sollecitazioni da parte di una clientela sempre più numerosa ed esigente. La mancanza di corsi universitari di specializzazione, però, ha creato soprattutto in passato operatori medici con una preparazione relativa, non integrata, decisamente incompleta. È per questo che, ormai quasi 25 anni fa, abbiamo deciso di istituire insieme alla Fondazione Fatebenefratelli di Roma la prima scuola internazionale post universitaria di medicina estetica con una durata quadriennale”.

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