Migranti arrivi record nel 2016. Gli italiani divisi sull’accoglienza

ROMA – Con i massicci sbarchi del weekend c’è stato un vero e proprio recordo nel 2016. Ad oggi, infatti, sono sbarcati 47.740 migranti, il 4% il più rispetto allo stesso periodo del 2015. Il picco c’è stato proprio nel fine settimana, quando si sono contati ben 7.200 arrivi

A maggio sono giunte via mare complessivamente 19.819 persone. Anche l’accoglienza registra numeri record. Nelle vari strutture sono ospitati 119.294 persone (16mila in più rispetto allo scorso anno). La maggioranza (86mila) sono presenti nelle strutture temporanee. Lombardia (16.482), Sicilia (13.869) e Veneto (10.427) le regioni con le più alte presenze. Eritrei e nigeriani (11%) sono le nazionalità più rappresentate.

Nel frattempo il sondaggio svolto dall’istituto Eumetra Monterosa di Milano parla chiaro riguardo all’accettazione degli immigrati che giungono sul nostro territorio. Gli italiani si dividono in tre gruppi con posizioni differenti.  Una parte di costoro, circa un intervistato su quattro, con un’accentuazione relativa tra chi è laureato, sposa l’idea che, in ogni caso ”bisogna accogliere tutti gli immigrati perché sono perseguitati nel loro paese di origine”. Sul fronte opposto, tuttavia, una quota significativamente maggiore, corrispondente a circa un terzo degli interpellati (33%), afferma, senza esitazione, che ”bisogna respingerli tutti perché l’Italia non può accoglierne ancora”, impedendo in altre parole del tutto l’accesso di nuovi profughi. E’ una convinzione assunta in particolare dai più giovani, tra i 18 e i 24 anni, tra i quali questa opinione costituisce la maggioranza relativa. Ovviamente questa presa di posizione trova una significativa intensificazione anche tra gli elettori della Lega Nord. Tuttavia, dalle risposte degli intervistati, appare ancora oggi prevalere una visione forse più realistica e mediana rispetto alle due posizioni estreme. La maggioranza relativa (39%) dichiara infatti la propria preferenza per ”accettare solo una parte degli immigrati e respingere quelli in eccesso”. 

 Ma il diffuso atteggiamento di scetticismo nei confronti di nuovi flussi di immigrati non è legato solo a timori sul piano della sicurezza e su quello dell’occupazione (circa metà dei cittadini ritiene che ”a parità di competenze un italiano debba essere preferito ad un immigrato nell’assegnazione di un posto di lavoro”). Si tratta, in una certa misura, anche di una questione di identità. Non a caso, il 40% (anche in questo caso escludendo i ”non so”) è del parere che ”la presenza di tanti extracomunitari indebolisce la nostra identità nazionale”. E’ una risposta che si rileva in misura più accentuata in chi ha un titolo di studio di livello basso o medio basso, specie operai e assimilati, e che, di conseguenza, è in generale più spaventato dall’arrivo di figure diverse e anche competitive sul piano occupazionale. E’ vero che, in questo caso, la maggioranza (60%) aderisce all’opinione opposta, specie nel Nordest ove, come si sa, c’è una diffusa esperienza d’integrazione lavorativa (con effetti anche sociali) di tanti immigrati. Ma il fatto che ben quasi metà degli intervistati citi la questione dell’identità nazionale nel valutare gli impatti dell’immigrazione, ci mostra inequivocabilmente l’importanza di questa problematica. Che è ”sentita” in misura maggiore dall’elettorato del centrodestra (specie, come sempre, in chi predilige la Lega Nord, ma anche tra chi vota Forza Italia o Fratelli d’Italia), ma che si trova in quantità significativa anche nella base del centrosinistra. Si tratta di un tema che riguarda soprattutto gli immigrati di origine o di cultura islamica. Il 41% degli interpellati è infatti convinto che ”gli immigrati islamici cercano di imporci il loro modo di vivere”. Anche in questo caso, più di metà, Il 59%, è di parere opposto e sostiene che ”sono pochi gli immigrati che ci vogliono prescrivere i loro costumi. La maggior parte è propensa ad accettare la nostra cultura”. Ma, ancora una volta, l’estensione così ampia dell’atteggiamento di sospetto e di diffidenza nei confronti dell’Islam evidenzia come il problema esista e debba essere considerato con attenzione.  

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