ROMA – Il consiglio di amministrazione della Rai ha respinto la proposta di contratto con la casa di produzione Fandango, che prevedeva uno sconto del 5% rispetto all’accordo precedente per il programma di Serena Dandini “Parla con me”.
Chiaramente contro si sarebbero schierati i cinque consiglieri dell’area di maggioranza, a favore i tre dell’opposizione, più il presidente Paolo Garimberti. Il direttore generale Lorenza Lei ha deciso di mettere al voto la bozza di accordo, pur ribadendo il suo orientamento favorevole alla scelta di produrre internamente la trasmissione. Il programma era stato inserito nei palinsesti autunnali e sarebbe dovuto partire dal 27 settembre. Insomma un’altra botta per mamma Rai che continua a perdere i pezzi migliori.
Intanto all’inaspettata decisione del Cda è arrivata subito la risposta di coloro che si oppongono alle scelte scellerate che la Rai ha adottato, in barba a un’ipotetica legge sul conflitto di interessi che la sinistra non ha mai affrontato con serietà. Tra questi l’associazione Articolo 21, la quale ha organizzato per questa sera un sit-in in Via Teulada davanti agli studi Rai di via Teulada.
Per il senatore del Pd Vincenzo Vita della commissione di Vigilanza Rai, “continua inesorabile la caccia alle streghe nella Rai. Questa volta è il turno di Serena Dandini. Non c’è spazio verosimilmente per chi si colloca fuori dal pensiero dominante. È un altro scandalo di un servizio pubblico che si sta suicidando strada facendo. Porremo, con durezza, – dice l’esponente del Pd – tutto questo nella commissione parlamentare di Vigilanza, che è il luogo in cui discutere della agonia dell’Aziena pubblica”. E Vita non è l’unico ad avere criticato aspramente la decisione della Rai.
La stessa diretta interessata, Simona Dandini, ha commentato appresa la brutta notizia: “L’unica soddisfazione di una giornata amara è di averli stanati. Mi hanno accusato di essere avida, di volere troppi autori e pezzo a pezzo abbiamo smontato ogni pretesto. Ora – sottolinea la conduttrice – il re è nudo e tutti hanno capito perchè non andiamo in onda! Mi dispiace per l’azienda in cui abbiamo lavorato per decenni che, mai come adesso, è sotto occupazione politica e per gli abbonati che ci hanno dimostrato sempre un enorme affetto. E che – lo prendiamo come impegno – ci ritroveranno presto altrove». Infine una chiusa ironica: «Visto che ho regalato alla Rai il format ideato da me, potrei almeno riavere il divano?”.