Berlusconi ci riprova. Internet sfugge al suo controllo. A rischio diritto-dovere di cronaca

ROMA – Un vero chiodo fisso quello di Pdl e Silvio Berlusconi per intercettazioni e informazione. È indiscutibile che per il presidente del Consiglio, l’informazione è controllo a cui vuole far da padrone. Priorità assoluta per il blocco delle intercettazioni che raccontano di inquietante faccende che riguardano l’Italia. Il testo presentato arriva dal ddl Mastella, sulla falsa riga di quello di Alfano abbandonato il 10 giugno perchè ritenuto troppo “blando”.
La versione riveduta contiene vistose “cuciture a misura” per il Cavaliere.

Non c’è crisi che tenga
Nessuna crisi nazionale e internazionale può distogliere il Pdl e Berlusconi dalla questione intercettazioni. Il disegno di legge bavaglio è prioritaria alla legge sviluppo tanto promessa dal premier.

Le caratteristiche
Il disegno di legge, dispone che i testi delle intercettazioni non potranno essere pubblicati fino al momento di un “udienza filtro”, incluse quelle già trascritte. Punto cardine il dovere di rettifica entro 48 ore, per siti informatici e testate giornalistiche. La rettifica deve necessariamente essere visibile per 30 giorni nella pagina principale di tutti i siti e blog. Le autorità della Pubblica Amministrazione stabiliranno metodo di accesso, caratteristiche tecniche e grafica. La motivazione dell’emendamento spiega che “apre un dibattito” sul tema in quanto la visibilità dei siti internet è fruibile da un numero crescente di utenti.

Sistemati anche i Blog amatoriali
Per i blog amatoriali qualche giorno fa Roberto Cassinelli ha depositato un altro emendamento che si prefigge sempre l’obbligo di rettifica entro 10 giorni anziché 48 ore, a decorrere dal momento che il blogger “ha la conoscibilità della richiesta”.
Sono esclusi dalle repliche gruppi chiusi come i “forum” e commenti di testi principali come accade nei Social Network (es. Facebook e Twitter).
Le sanzioni pecuniarie sono relativamente ridotte per i siti amatoriali e definite da 250 a 2.500 euro, mentre per le testate giornalistiche da 7.500 a 12.500 euro.

Le riduzioni di sanzione
saranno applicate riduzioni da 100 a 500 euro a tutti coloro che indicheranno un indirizzo di posta elettronica visibile e attivo nel sito-blog che semplifica la richiesta di rettifica.

Le mobilitazioni
Come già successo la piazza risponde contro la legge bavaglio. Oggi, dalle 17:00 alle 19:00 davanti al Pantheon ci sarà un raduno di protesta. l’iniziativa è promossa dal comitato per la libertà e il diritto all’informazione, alla cultura e lo spettacolo a cui aderisce anche UNCI (Unione Nazionale Cronisti Italiani).

C’è fretta per il bavaglio
Domani mattina la Camera continuerà l’esame del ddl per le intercettazioni che si concluderà probabilmente la prossima settimana. Ma l’operosità profusa del Pdl non rassicura Silvio Berlusconi che, con una lettera inviata alla Giunta delle Autorizzazioni di Montecitorio, chiede di ritenere inutilizzabili le intercettazioni del Ruby-gate.

Sette disegni di legge bavaglio pronti. 400 in risposta dal Pd
Esistono già altri 7 disegni di legge pronti e depositati da Manlio Contento (Pdl) per la questione bavaglio. In risposta ne sono arrivati 400 dal Pd per contrastare con ogni mezzo la così definita “porcheria”. Dario Franceschini (Pd) dichiara: “Metteremo in atto tutte le azioni di contrasto parlamentare che potremo. Useremo tutte le virgole concesse dal regolamento”.
Anche Massimo Donadi (Idv) ribadisce che il Pdl è “distante anni-luce dalla realtà che vivono tutti i giorni gli italiani. Mentre l’Italia è attanagliata dalla crisi, la loro priorità è mettere il bavaglio alla stampa e all’informazione per coprire gli scandali e le malefatte che hanno travolto Berlusconi e la cricca. Non ci può essere nessun punto di mediazione con chi antepone gli interessi di uno a quelli dell’Italia”.
Mentre Antonio Di Pietro dal suo blog definisce “il veleno della legge Bavaglio” e scrive in Fb: “Noi non potremo mai consentire che si privi l’opinione pubblica del diritto a essere informata su ciò che, chi è al potere e al governo, sta commettendo. Vogliono togliere ai magistrati l’arma principale per poter scoprire i reati”.

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