Handwashing Day: quando lavarsi le mani fa bene

ROMA – «L’UNICEF si unisce a centinaia di milioni di persone per celebrare domani, 15 ottobre, la 4° Giornata mondiale per la pulizia delle mani,sottolineando come lavarsi le mani con il sapone sia un modo efficace, semplice e poco costoso per prevenire le malattie, più di ogni singolo vaccino.

Secondo l’UNICEF, la diarrea uccide ogni anno1,1 milioni di bambini, la polmonite (e le malattie legate ad essa) ne uccidono altri 1,2 milioni. Domani verrà diffuso un messaggio semplice ma importante: le mani pulite salvano vite umane», ha detto il Presidente dell’Unicef Italia, Vincenzo Spadafora.
Ogni anno, il 15 ottobre, l’UNICEF celebra il Global Handwashing Day: la Giornata mondiale dedicata al lavaggio delle mani, pratica semplice ma dalle insospettabili ripercussioni positive sulla salute e sulla sopravvivenza dei neonati e dei bambini.
Molte le iniziative che sono state promosse in occasione di questa Giornata, con il coinvolgimento di insegnanti, genitori, celebrità e funzionari del governo.
In Afghanistan, hanno lavato le mani contemporaneamente 1,7 milioni di bambini di 1.700 scuole, in Eritrea sono stati coinvolti 326.809 bambini di 1.272 scuole, in Perù, il governo ha proclamato la “Settimana per la pulizia delle mani” e verranno promossi eventi che coinvolgeranno 3,5 milioni di studenti in 20.000 scuole, in India, nel Rajasthan, sono stati coinvolti otto milioni di bambini ed in Pakistan oltre 1 milione.
Queste e altre iniziative promettono di superare la partecipazione alle celebrazioni nel 2010, che video il coinvolgimento di 200 milioni di persone e di 700.000 scuole in oltre 70 paesi.
«Lavarsi le mani con acqua e sapone specialmente in alcuni momenti particolarmente importanti – dopo aver usato i servizi igienici e prima di toccare gli alimenti – contribuisce a ridurre l’incidenza delle malattie diarroiche tra i bambini sotto i 5 anni di quasi il 50% e le infezioni respiratorie acute del 25%; eppure questo semplice comportamento non viene praticato regolarmente» ha ricordato ancora Spadafora.
«Il sapone non scarseggia, neanche nei Paesi in via di sviluppo- ha affermato Therese Dooley, esperta dell’Unicef per igiene e sanità. -La stragrande maggioranza delle famiglie povere hanno il sapone in casa. Il problema è che viene utilizzato per lavare i vestiti o per  il bagno, ma raramente per lavarsi le mani».
L’Unicef vuole far sì che lavarsi le mani con acqua e sapone diventi una norma sociale in tutti i paesi, aggiunge l’esperta sanitaria.
Molti governi hanno adottato la Giornata Mondiale per la pulizia delle mani come ricorrenza nazionale ed hanno manifestato la necessità che l’evento duri più di un solo giorno, per assicurare che questo comportamento venga promosso tutto l’anno.

Durante il 2010, per esempio, lo scorso 15 ottobre, tutte le scuole del Bangladesh – con 18 milioni di alunni – hanno partecipato a manifestazioni di massa in cui venivano lavate le mani con il sapone.
Gli eventi sono stati utilizzati come piattaforma per lanciare la campagna nazionale di igiene del governo del Bangladesh, che ha come obiettivo la necessità di cambiare il modo in cui il paese utilizza il sapone, promuovendone il suo utilizzo per lavarsi le mani. «Siamo felici che quest’anno altri paesi stiano seguendo l’esempio del Bangladesh», ha concluso Therese Dooley.

I dati
Ogni anno circa 1,1 milioni di bambini sotto i 5 anni – circa 3.000 al giorno – muoiono a causa della diarrea. Questa è la seconda causa di mortalità infantile al mondo.
Ci sono solide prove che lavarsi le mani con sapone prima di preparare i pasti o dopo essere stati in gabinetto possa ridurre il rischio di diarrea del 45% circa e l’incidenza di affezioni respiratorie acute del 23%: tra queste vi è la polmonite, prima causa di mortalità infantile.
Una recente indagine in Nepal ha evidenziato che il corretto lavaggio delle mani da parte di madri e levatrici al momento del parto abbia ridotto la mortalità neonatale del 40-44%.
Questa pratica igienica contribuisce anche a prevenire il tracoma e le infezioni da ascaridi, la SARS e la pandemia da influenza. Studi condotti nel 2006, all’epoca della pandemia SARS, suggeriscono che lavarsi le mani più di 10 volte al giorno può ridurre fino al 55% la diffusione del virus.
Uno studio condotto in 11 Paesi di Asia e Africa ha rivelato che soltanto il 17% delle madri lava le mani ai figli con sapone dopo che sono andati in bagno, e il 45% le lava solo con l’acqua, senza sapone. Appena il 13% delle madri si lava le mani prima di cucinare.
La stessa indagine svela che il problema non è la carenza di sapone, presente nel 95% delle famiglie: il detergente viene usato per lavare panni o stoviglie, non è ritenuto prioritario per l’igiene delle mani.
Il sapone è indispensabile: una ricerca effettuata in Inghilterra mostra che l’uso della sola acqua corrente riduce la presenza di batteri fecali sulle mani solo del 23%.

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