ROMA – E’ successo qualcosa negli ultimi mesi, qualcosa che preoccupa così tanto la Fiom da spingerla a non firmare l’accordo per la Cassa Integrazione guadagni in deroga per lo stabilimento auto Fiat di Pomogliano d’Arco.
Ciò che preoccupa la Fiom è la modifica della richiesta da parte del Lingotto e la modifica del piano industriale per lo stabilimento.
Ad affermarlo è Giorgio Airaudo, segretario nazionale e responsabile auto della Fiom-Cgil che sottolinea come :” l’accordo separato del 15 giugno scorso contemplava, al punto 9, il ricorso alla Cassa integrazione guadagni straordinaria per ristrutturazione” in questo modo, secondo l’organizzazione sindacale, non ci sarebbe garanzia sul futuro degli operai.
Preoccupa inoltre l’annuncio che “la ‘Futura Panda’ sara’ prodotta a Pomigliano non dall’attuale stabilimento auto denominato ‘Giambattista Vico’, ma dalla newco denominata Fabbrica Italia Pomigliano.”
Secondo Airaudo “Questa novita’, cosi’ ufficializzata, induce in noi il timore che la Fiat si proponga di seguire uno schema che ricordi in qualche modo la vicenda Alitalia, in cui vi sia da un lato una bad company senza prodotti e senza lavoro e, dall’altro, una new company che sia destinata ad assorbire non totalmente gli attuali dipendenti”.
Sulla modifica di causale per la richiesta di Cig, vale a dire da straordinaria per ristrutturazione a Cig in deroga Augustin Breda dirigente della Cgil e Coordinatore nazionale della Fiom area lavoro societa’ ha illustrato come mentre la Cig, sia straordinaria che ordinaria, è a carico delle imprese e dai lavoratori, con una apposita contribuzione versata all’Inps, che e’ ente erogatore quella in deroga è “pagata dalla collettivita’ e viene per questo inserita con appositi capitoli di spesa nella finanziaria pesando di conseguenza sulla fiscalita’ generale”.
La conclusione del dirigente Fiom è quindi che “la decisione di Marchionne di chiedere la cassa in deroga alla Fiat di Pomigliano e’ in netta contraddizione con le sue affermazioni di non chiedere soldi ai cittadini e allo stato italiano.”. Marchionne quindi, chiede aiuti di Stato’