Schiavella (Fillea Cgil), estendere l’accordo sulla rappresentanza a tutti i settori

Milano. Alla assemblea Cgil  qualche tafferuglio con un gruppetto di contestatori 

 

MILANO – A vedere le agenzie stampa  sui quotidiani si parlerà  molto dell’attivo regionale delle categorie dei settori non industriali della Cgil, svoltosi stamane a Milano. Ma forse non si racconterà  dei lavoratori e delle lavoratrici che hanno preso la parola per sottolineare quanto sia importante nei loro posti di lavoro (nelle costruzioni, nel commercio, nel pubblico impiego ed in tutti gli altri settori che non afferiscono a Confindustria) estendere l’accordo attuativo sulla democrazia e rappresentanza sottoscritto da sindacati e Confindustria lo scorso 10 gennaio. Probabilmente si parlerà  d’altro, dell’arrivo di Giorgio Cremaschi ,storico dirigente Fiom, oggi  Spi, insieme ad una decina di persone.Una irruzione per contestare l’accordo,. tafferuglio, spintoni, una persona con un trauma a una caviglia. che sono  seguiti al no della presidenza alla  richiesta di Cremaschi di  intervenire.

 La condanna della Fiom Ci sono estranee provocazione e violenza

Successivamente vi è stata una presa di distanza da parte della Fiom, che ha condannato il blitz per bocca del segretario generale della Lombardia “provocazione e violenza che sono estranee completamente alla storia della Fiom, alla sua cultura”  Susanna Camusso, segretario generale della Cgil che ha ribadito  che  “quella protesta non era della Fiom” definendo Cremaschi una persona che “ha perso la capacità  di  ascoltare e confrontarsi con opinioni diverse” e scusandosi con i delegati per quanto accaduto “una mancanza di rispetto che ci colpisce e che chiama in causa tutti”.

L’attivo delle categorie non industriali

Parole di condanna anche da Walter Schiavella, segretario generale degli edili Cgil, presente all’attivo con tantissimi lavoratori provenienti da tutta la regione “Il rispetto delle opinioni diverse è dato fondante di ogni confronto democratico. Definire assurda una assemblea di delegati che esprime sostegno ad un accordo non condiviso, come fatto oggi da Cremaschi – salvo poi atteggiarsi a vittima di torti e aggressioni –  è l’ennesimo tentativo di alzare i toni senza misurarsi davvero sul merito.” E proprio sul merito, il segretario Fillea è intervenuto nel pomeriggio con un comunicato 

L’accordo con Confindustria destinato a una ridotta platea di lavoratori

 

“L’accordo attuativo del 10 gennaio restituisce il voto a centinaia di migliaia di lavoratori, ma ha il limite di essere destinato ad una ridotta platea di lavoratori. In settori come le costruzioni, sono molti i lavoratori di imprese non afferenti a Confindustria ma ancor più sono i lavoratori di imprese sotto i 15 dipendenti nelle quali non è esercitabile il diritto ad eleggere le Rsu” prosegue Schiavella, secondo il quale “chi continua a gridare all’attentato alla democrazia guarda al dito e non alla luna. Oggi il problema vero è come estendere gli importanti e positivi strumenti di rappresentanza e democrazia definiti dal regolamento attuativo sottoscritto con Confindustria ad un mondo del lavoro molto più frammentato e complesso di quello della grande fabbrica, che certamente mantiene la sua importanza ma ha perso la sua centralità .”

Il ruolo insostituibile della Confederazione

Questo compito “spetta certamente al ruolo negoziale delle categorie ma ha bisogno del ruolo insostituibile e fondamentale della confederazione, e dunque rappresentare il “rapporto fra confederazioni e categorie tutto giocato su un presupposto ruolo gerarchico della confederazione rispetto alle categorie mi preoccupa, non solo perché non risponde al vero ma ancor più perché oggi più che mai la frammentazione produttiva richiede semmai un ruolo più forte, nuovo e moderno della confederalità .” Per questo, secondo il leader Fillea  “nessuno, da solo, può arrogarsi il diritto di dire “la Cgil siamo noi”, perché quel “noi” in Cgil è l’insieme dei lavoratori, dai chimici ai metalmeccanici ai dipendenti pubblici, dal muratore all’addetto al call center, dal commesso al bracciante, che hanno gli stessi diritti e la stessa dignità  nel lavoro che svolgono, nell’esercizio dei diritti in tema di democrazia e rappresentanza e nella loro condizione di iscritti alla Cgil.” Da Schiavella infine il monito “nel congresso così come nella prossima consultazione, i voti si contano e non si pesano, e quel conto non può che vincolare tutti a rispettarne l’esito, pena la fine di un’organizzazione che deve mantenere libertà  e pluralismo ma che deve poter continuare a definirsi tale.”

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