Ericsson, ancora nessuna soluzione, rinvio al prossimo 23 luglio

ROMA – Si è concluso con un nulla di fatto l’incontro di oggi, 14 luglio, al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Nell’ambito della fase amministrativa relativa alla procedura di licenziamento collettivo avviata dall’azienda per 60 esuberi, era previsto infatti un incontro al ministero per verificare le possibilità di un accordo.

L’azienda ha  ribadito una posizione rigida, dove le uniche possibilità di raggiungere un accordo prevedono comunque la possibilità di licenziamenti determinati unilateralmente.

“Ferma restando l’impraticabilità di una soluzione così costruita” afferma Giuliana Mesina segretaria nazionale della Filcams Cgil, “abbiamo riscontrato ancora troppe incertezze nel disegno aziendale, che tra l’altro, in questi giorni, con modalità poco trasparenti, sta raccogliendo la disponibilità dei lavoratori a aderire al piano di incentivi messi a disposizione dalla multinazionale”.

Nonostante la possibilità di utilizzare anche strumenti conservativi quali il contratto di solidarietà o la Cassa integrazione Straordinaria per riorganizzazione Ericsson ha nuovamente dichiarato la propria indisponibilità a queste soluzioni, ribadendo la “strutturalità” degli esuberi, ma rifiutando di motivarli in modo convincente per le Organizzazioni Sindacali. 

“Siamo disponibili a verificare interventi che consentano anche un recupero dei costi, ma che partano dalla salvaguardia occupazionale:  tuttavia, al momento, la distanza tra la nostra posizione e quella aziendale è troppo ampia”, conclude la Filcams.  Il confronto è stato rinviato al prossimo 23 luglio, termine ultimo per il raggiungimento di un eventuale accordo, secondo quanto previsto dalla normativa in vigore.

Nel frattempo si terranno le assemblee dei lavoratori (molti dei quali oggi in sciopero a sostegno della vertenza), per informarli e coinvolgerli nella prosecuzione del confronto.

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