Turismo. No alla proposta Spilabotte

ROMA – È una estate di decisa ripresa per il Turismo come dimostrano i dati recentemente diffusi da Federalberghi, dopo anni di grande incertezza dovuta alle fluttuazioni di una domanda sempre più volatile. 

È un’estate di grandi dibattiti sul tema del lavoro stagionale, che per effetto dell’andata a regime della Naspi ha visto pesantemente ridursi le proprie tutele nelle fasi di inoccupazione. È anche un’estate di mobilitazione: gran parte dei contratti di settore (a partire da quello dell’industria turistica) sono in attesa di rinnovo da quasi 3 anni. E i salari di un milione di lavoratori sono, a dispetto del gran caldo, congelati.

A far discutere in questi giorni sono le dichiarazioni a firma della senatrice Maria Spilabotte confluite nel parere della commissione lavoro del Senato allo schema di decreto di riordino degli ammortizzatori sociali, che delineano una nuova “ricetta” per risolvere il problema del sostegno al reddito dei lavoratori stagionali. La vice presidente della commissione propone di delegare alla contrattazione regionale o aziendale la trasformazione dei rapporti di lavoro stagionali in contratti a tempo indeterminato a tutele crescenti “che prevedano l’alternarsi di periodi di lavoro a tempo pieno nei periodi dell’anno nei quali la domanda è più forte e periodi a tempo parziale nei periodi nei quali essa è più debole”. Ciò risolverebbe alla radice il problema della Naspi che stando sempre alle dichiarazioni della senatrice, non dovrebbe più intervenire, in quanto pensata per altri scopi che incoraggiare  lo stato di disoccupazione o, al contrario, disincentivare “la ricerca di una occupazione regolare”

Critica la Filcams Cgil: “Si tratta di un percorso impraticabile per diversi motivi che tende a semplificare un problema per sua natura complesso. I lavoratori stagionali sono definiti così perché purtroppo e non per loro scelta hanno lavoro solo nei picchi di presenza di turisti nel nostro paese.”

Molte aziende in Italia sono appunto stagionali perché aprono solo in determinati periodi dell’anno e le strutture ricettive aperte 365 giorni nei periodi di flessione della domanda operano con il proprio personale fisso di staff.

“Trasformare i lavoratori stagionali a tempo indeterminato” spiega la Filcams Cgil, “vorrebbe dire condannarli a lunghi periodi di sospensione del lavoro a reddito zero.

I rappresentanti istituzionali debbono comprendere che l’accesso ciclico al sostegno al reddito non è una forma di parassitismo sociale, ma una necessità dettata da un sistema economico, quello de Turismo fortemente condizionato dalla stagionalità.” Il ragionamento va pertanto capovolto: “Bisogna contrastare questo limite, mettendo in campo investimenti e politiche di settore atte a rendere il nostro paese attraente tutto l’anno di modo da creare occupazione stabile reale.”

Il fatto che comunque ci si interroghi sulle sorti di questi addetti è un elemento positivo. “Chiediamo un tavolo in cui discutere a 360 gradi di Turismo, Lavoro e destagionalizzazione e ammortizzatori” ” conclude la Filcams Cgil “un tavolo che coinvolga le parti sociali – sindacati dei lavoratori, sindacato di impresa – che hanno sottoscritto, nei mesi scorsi, un importante avviso comune contro la precarietà degli Stagionali e per la buona occupazione.”

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