Cgil. Aumenta di nuovo la cassa integrazione

ROMA – A settembre torna ad aumentare la Cassa integrazione rispetto al mese di agosto (+54,31%), aumento in parte prevedibile rispetto ad agosto, però con una differenza sull’anno 2014 che consiste in un aumento maggiore (+10%) rispetto a quello che c’era stato tra settembre e agosto 2014.

Lo rileva un rapporto della Cgil relativo al mese di settembre.Le ore di Cig totali tornano nel livello medio registrato in questo anno, intorno ai 60 milioni di ore mese. Le ore di Cig nel mese di settembre sono state 60.690.783 con una riduzione su settembre 2014 del 38,10%. Mentre in questi nove mesi del 2015 sono state autorizzate 517.904.592 ore di Cig con una riduzione sul 2014 del 31,98%. Si conferma e si stabilizza anche in questo mese un livello di riduzione delle ore di Cig intorno al 30% ormai ricorrente sin da gennaio 2015.

Secondo il sindacato guidato da Susanna Camusso, “è anche il segno che il miglioramento nelle attivita produttive tende a stabilizzarsi piuttosto che continuare a seguire una linea di crescita”. Rbr 24-ott-15 11.35 ” NNNN Lavoro, Cgil: a settembre riparte la Cig, +54,31% su agosto -2- ZCZC PN_20151024_00105 4 eco gn00 XFLA Lavoro, Cgil: a settembre riparte la Cig, +54,31% su agosto -2- Non si può aspettare crescita spontanea dell’economia Roma, 24 ott. (askanews) – Per il sindacato di Corso d’Italia il miglioramento “contribuisce a recuperare gli ampi margini indotti dalla crisi, nella sotto utilizzazione degli impianti e nella messa a regime del sistema produttivo, certo anche con un riflesso sull’aumento occupazionale”.”E’ pero anche il segno che non si puo aspettare un aumento indotto da una crescita spontanea dell’economia, non in grado di recuperare i gravi e profondi scompensi e inefficienze presenti nel sistema Italia, dove anche le recenti proposte sulla legge finanziaria (da liberi tutti) rischiano di aggravare”. Per la Cgil “resta una dimensione strutturale della crisi produttiva, che si manifesta anche con l’abbandono al loro declino di molti settori produttivi, e una forte assenza di politiche industriali di sviluppo”.

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