Medio Oriente. Hamas interrompe la tregua. Il Cairo ritira l’ambasciatore a Tel Aviv

IL CAIRO – Dopo gli attacchi di giovedì in cui hanno perso la vita su un autobus civile otto persone (2 militari in licenza e 6 civili), Israele ha immediatamente dato avvio ad una serie di raid e bombardamenti a causa dei quali, sino ad ora, sono già morti 14 palestinesi (oltre a sette attentatori).

Testimoni da Gaza in continuo aggiornamento tramite Facebook, in base alle ferite e bruciature riscontrate sino ad ora, accennano alla possibilità che si stia usando, come per Piombo Fuso, fosforo bianco.Venerdì sera le Brigate Al-Quassam, braccio armato di Hamas, hanno dichiarato la fine del cessate il fuoco con Israele iniziando il lancio di razzi da Gaza verso il sud di Israele.

Hamas, subito dopo gli attacchi di Giovedì nel Neghev, aveva dichiarato la sua estraneità agli attentati, tuttavia ammettendo che gli stessi sono da considerarsi come una esasperata reazione ai due anni di occupazione e frustrante assedio cui Gaza è sottoposta nonostante il cessate il fuoco .
La furia militare di Israele ha creato anche un grave incidente diplomatico con l’Egitto che ha richiamato l’ambasciatore a Tel Aviv spiegando che non ritornerà nella sua sede fino a quando non giungeranno le scuse ufficiali e i risultati di una indagine ufficiale sull’uccisione di cinque guardie egiziane di frontiera colpite dal fuoco delle forze armate israeliane durante la caccia ai responsabili degli agguati compiuti giovedi’. Il governo del premier Essam Sharaf ha spiegato che lo Stato ebraico è politicamente e legalmente responsabile dell’incidente, che ha definito «una violazione del trattato di pace di Camp David».

Si tratta della crisi piu’ grave di questi ultimi anni tra il Cairo e Tel Aviv : l’accusa mossa da Israele riguarda la presunta incapacita’ delle nuove autorita’ egiziane di tenere sotto controllo il Sinai dove si nasconderebbero militanti qaedisti. Era ben nota la rimpianta coopereazione tra Tel-Aviv e il vecchio governo del destituito Mubarak che stringeva Gaza in una morsa asfissiante.

Nelle ultime ore alcune migliaia di giovani della rivoluzione egiziana e militanti di vari partiti sono scesi in strada a protestare contro Israele e hanno tenuto sit-in davanti all’edifico del Cairo che ospita l’ambasciata israeliana e ad Alessandria nei pressi del consolato israeliano. Come avvenne per la rivoluzione di Piazza Tahrir, Facebook si rende protagonista dell’organizzazione delle proteste.

Intanto Beirut, in qualità di membro del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ha bloccato una dichiarazione di condanna del Consiglio che avrebbe definito “attacchi terroristi” quelli di giovedì nel Neghev. Anche Omar Barghouti, leader del comitato per il boicottaggio accademico e culturale di Israele, dal carcere ha dichiarato che l’atto terroristico è quello di Tel Aviv, che da oltre due anni diffonde panico e paura con le continue incursioni.

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