Mubarak è gravissimo. L’ultimo faraone è già dato per morto

IL CAIRO –   L’ex presidente egiziano Hosni Mubarak è  in condizioni molto critiche , ma non è morto. È quanto ha dichiarato al giornale Al-Shorouk un membro del consiglio militare al potere in Egitto, il maggiore generale Mohsen el-Fangari, smentendo così le voci della morte dell’ex raìs diffuse ieri sera.

L’agenzia di stampa di Stato Mena aveva diffuso in serata la notizia che Mubarak era  clinicamente morto, ma poco dopo una fonte della sicurezza coperta dall’anonimato aveva fatto sapere che l’ex presidente era tenuto in vita artificialmente.

 Secondo la ricostruzione fornita da Mena, le cose erano andate come segue: Mubarak, 84 anni, aveva subìto un  veloce peggioramento delle sue condizioni di salute  e il suo cuore aveva smesso di battere. Era stato a quel punto usato un defibrillatore, ma l’ex raìs era stato colpito da un ictus e trasferito dall’ospedale della prigione di Torah al Cairo, dove stava scontando l’ergastolo, a quello di una struttura militare lì vicino. Qui, poco dopo l’arrivo, era  clinicamente morto.  L’improvviso peggioramento delle condizioni di salute di Mubarak ha fatto passare per un attimo in secondo piano la crisi politica in Egitto. Entrambi i candidati che si sono sfidati nel ballottaggio delle presidenziali lo scorso fine settimana, Mohammed Morsi dei Fratelli musulmani e Ahmed Shafiq, ex premier del governo di Mubarak, hanno dichiarato la propria vittoria, ma i risultati ufficiali del voto sono attesi per domani. Ieri circa 50mila persone, soprattutto islamisti, hanno protestano in piazza Tahrir al Cairo, scandendo slogan a favore di Morsi e contro i generali al potere. La manifestazione era stata organizzata dai Fratelli musulmani.

Secondo il dottor Lance Becker, specialista di medicina di emergenza dell’Università di Pennsylvania e portavoce dell’American Heart Association, il termine  clinicamente morto usato dai medici egiziani per descrivere le condizioni di Mubarak è  scarsamente definito.  “La mia ipotesi sarebbe che  abbia avuto questa specie di crisi che si verifica quando il cuore si ferma temporaneamente”, ha spiegato Becker, che non ha però a che fare con lo staff dei medici che si occupa dell’ex raìs. “Non si tratta di una condizione irreversibile”, ha aggiunto, spiegando che metodi artificiali potrebbero essere usati per mantenere la circolazione del sangue e agevolare la respirazione, se l’ex presidente non riuscisse a farlo da solo.

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