I figli rapiti dei desaparecidos: un altro crimine della Chiesa cattolica

ROMA – Oggi giornali e televisioni hanno dato la notizia delle condanne per il rapimento dei figli dei desaparecidos da parte di molti responsabili della giunta militare argentina che durante la feroce dittatura si resero responsabili di almeno 30.000 sparizioni di giovani di sinistra e dei loro figli che nascevano nelle stanze di tortura dell’Esma. Le donne dopo aver partorito venivano sempre uccise.

Naturalmente la stampa italiana sempre prona davanti alla Chiesa cattolica non ha detto nulla sulla responsabilità dei vertici vaticani che in quel periodo, come scrisse Horacio Vertbitsky nei suoi libri, Il volo e L’isola del silenzio, spronava i militari ad eliminare l’erba cattiva. Responsabilità emerse anche durante questo processo.
Sul El Pais la notizia sul coinvolgimento della chiesa di Roma sta in prima pagina: «Muchos de ellos aún siguen dando misa»

“Molti di loro continuano a dire messa”. Queste le parole Victoria Montenegro,  36 anni, figlia di genitori desaparecidos, la quale afferma che il piano sistematico del rapimento dei neonati, come è venuto a galla durante questo processo “ha dejado en evidencia la participación que tuvo la Iglesia en los hechos”; “ha posto in evidenza la partecipazione che ebbe la Chiesa in questi fatti”
“Nel mio caso – racconta la donna – il miei genitori adottivi mi raccontarono che mi “ritirarono” in un commissariato. (…) Nel commissariato c’erano molti neonati, sorvegliati da monache cattoliche. Di fatto a me mi battezzò nel commissariato un prete che sapeva perfettamente che le persone che mi stavano prendendo non erano miei genitori”.
 
“A questi rapimenti collaborarono gli stessi sacerdoti – continua la Montenegro – che benedivano le armi e dava sostegno agli uomini prima dei voli della morte”.
“Quando non sapevamo a chi rivolgersi per avere giustizia la Chiesa cattolica non solo non ci aiutò ma cercò in tutti i modi di opporsi alle ricerche” ”, ricorda la vicepresidentessa de las Abuelas de la Plaza de Mayo, Rosa Roisinblit, de 92 anni.

E così, per ora, mentre l’ex dittatore argentino Jorge Rafael Videla è stato condannato a 50 anni di carcere per il sequestro dei figli dei desaparecidos durante l’ultimo regime militare (1976-1983), e Jorge Acosta, “el Tigre”, che diresse il campo di concentramento dell’Esma,  a 30 anni, le gerarchie dalla Chiesa cattolica argentina e i responsabili del vaticano che già negli anni sessanta preparavano la mattanza nell’America latina ‘contaminata’ dalla Teologia della liberazione, continuano imperterriti a parlare di amore cristiano utilizzando i nostri otto miliardi per pagare anche  il silenzio dei giornalisti italiani.

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