BAGHDAD – Una vera e propria carneficina è quella che ha colpito questa mattina la capitale irachena di Baghdad. Una seire di attentati che hanno provocato 57 morti e quasi 200 feriti. Un bilancio drammatico e non ancora definitivo.
Sono diversi, infatti, gli attentati – si parla di 12 – che hanno colpito indiscriminatamente quartieri sciiti e sunniti al centro della città e alla periferia della capitale. Quella che ha provocato più vittime – 13 morti e 36 feriti – è avvenuta nella sede della commissione governativa per l’integrità, nel distretto di Karrada, dove un attentatore suicida si è lanciato con un’automobile imbottita di esplosivo contro l’edificio. Altre esplosioni sono avvenute nei quartieri centrali di Alawi e Bab al Mudham, in quello sciita di Shula, nel nord-ovest della città, in quello sunnita di Adhamiya, in quello meridionale di Abu Dashir, nel distretto di Amil e in quello di Waziriya, dove è stata presa di mira una pattuglia della polizia. La serie di attentati coincide con un’impennata nelle tensioni politiche in Iraq, pochi giorni dopo il completamento del ritiro delle forze americane. Contro il vice presidente sunnita Tareq al Hashemi è stato spiccato un mandato di arresto in un’inchiesta per atti di terrorismo, mentre il suo partito, Iraqiya, accusa il primo ministro sciita Nuri al Maliki di ricorrere a metodi dittatoriali.
Per ora non vi sono state rivendicazioni, ma stando alla modalità d’esecuzione degli attentati si pensa che si tratti di un commando di Al Qaida. Il gruppo terroristico in questo modo dimostrerebbe che è ancora in grado di pianificare le sue azioni terroristiche. Un dato che fa molto preoccupare i militari statunitensi da poco usciti dallo scenario medio orientale.