Oggi il killer di Denver davanti ai giudici. Obama incontra i familiari delle vittime

ULTIM’ORA – Capelli rossi, sguardo basso e stordito, James Holmes è apparso per la prima volta davanti al giudice del tribunale della contea di Arapahoe, per rispondere della strage compiuta ad Aurora, in Colorado. Nella breve udienza preliminare, il giudice ha letto e spiegato i capi d’imputazione all’assassino, che ha ucciso 12 persone. La prossima udienza è stata fissata per il 30 luglio, quando Holmes sarà accusato formalmente. Holmes rischia la pena di morte. In tribunale, presenti anche molti familiari delle vittime.

 

DENVER – Il killer di Denver, il 24enne James Holmes, dovrà comparire oggi davanti ai giudici. Alle 8.30 locali, 16. 30 in Italia sarà infatti trasferito in tribunale. 

Ieri la polizia ha confermato che il killer ha agito da solo, smentendo l’ipotesi  di un complice nella strage. “Numerose informazioni imprecise e non confermate circolano tra i media, evocando un secondo sospetto. Un conoscente di Holmes è stato interrogato ieri sera, ma non c’è alcuna ragione per pensare che sia implicato in questa vicenda”, ha detto la polizia.

Daniel Oatesl,  capo della polizia di Aurora, ha spiegato che Holmes resta dunque l’unico sospetto ma che gli inquirenti sono interessati a parlare con chiunque l’abbia conosciuto o abbia avuto contatti con lui. “Tutte le prove che abbiamo, ogni singolo indizio, ci dice che che Holmes ha fatto tutto da solo, che non è stato aiutato in modo particolare da nessuno», ha detto Oates in un’intervista esclusiva a “Face the Nation”. “Stiamo cercando di ricostruire  il caso per mostrare che si è trattato di un processo deliberato portato avanti da una uomo molto intelligente che voleva fare quello che ha fatto”.

Il presunto autore della strage al cinema di Aurora, periferia di Denver, viene descritto dai conoscenti come un ragazzo timido ma educato, molto intelligente e dotato per le materie scientifiche. Cresciuto in una famiglia agiata di San Diego, in California, il ragazzo si era laureato brillantemente in neuroscienze alla Università di Riverside.

Ieri intanto il Presidente Barack Obama ha incontrato i familiari e i superstiti della strage, celebrando il ricordo delle 12 persone uccise. In questa occasione Obama ha lodato gli atti ‘eroici’ mostrati dai superstiti di quella terribile tragedia.

“Sono venuto da loro non tanto da Presidente ma come un padre e un marito”, ha spiegato Obama alla stampa visibilmente commosso. Il Presidente ha poi descritto la sparatoria avvenuta venerdì scorso come un ‘atto diabolico’.  Ha poi  voluto spostare l’attenzione sulle ‘persone che sono state colpite da questa tragedia’ e dagli atti eroici che hanno contraddistinto i superstiti di questa strage. Il killer, ha assicurato Obama, “sentirà la piena forza del nostro sistema giudiziario”. Infine Obama ha citato il caso della ventunenne Stephanie Davies che ha salvato la vita all’amica Allie Young tenendole premuta una vena del collo colpita da uno sparo e avvertendo i servizi d’emergenza con il cellulare. “Per quanto tragiche siano state le circostanze di ciò a cui abbiamo assistito, e per quanto dolorose per le famiglie, vale la pena di riflettere su giovani americani come Allie e Stephanie perché rappresentano ciò che di meglio c’è in noi e ci assicurano che anche da questa oscurità, sorgerà un giorno migliore”.

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