Olanda, è emergenza terremoti. Crescono le proteste sulle attività di estrazione di Gas

GRONINGEN – “L’estrazioni di gas possono causare terremoti fino al 5 grado della scala Richter. Non sappiamo la zona limite di questa situazione. E nemmeno se la situazione possa precipitare”.

E’ quanto dichiarato da Bart Leemput, direttore olandese della Petroleum Maatschappij (NAM) un consorzio delle maggiori compagnie petrolifere dei Paesi bassi. Le dichiarazioni riguardano la difficile situazione delle vaste zone pianeggianti del nord Olanda. Un territorio che da anni è vittima di un escalation di eventi sismici che sta causando danni alle abitazioni della zona. Per questo motivo la Nam ha stanziato in questi giorni 100 mila euro per le prime riparazioni dei danni causati dai sismi artificiali causati dalle attività di estrazione energetica della zona. Ma potrebbero non bastare. Da quelle parti le attività di estrazioni del gas vanno avanti dagli anni ’60. Ma negli ultimi tempi, nella zona, le attività sismiche stanno peggiorando. Tanto da far sollevare la protesta tra la popolazione, di estrazione prettamente agricola. “Non ce la facciamo più, la situazione sta diventando impraticabile. A causa degli ultimi tremori e terremoti, all’interno della nostra casa si sono aperte delle vere e proprie crepe e forse dovremo abbandonarla dopo 25 anni. Il governo non ci ascolta e siamo costretti a combattere con un fenomeno che fino a 10 anni fa non sembrava così importante” Sono solo alcune delle dichiarazioni che stanno comparendo sui media locali. Si crede che le attività sismiche possano crescere in media di un grado Richter: dal 3,9 previsto fino ai più devastanti 5 gradi. Tanto per dare qualche numero alla vicenda si calcola che tra il 1991 ed il 2000, si sono verificati all’incirca 110 terremoti. Un quinto di quanti se ne sono verificati in un lasso di tempo inferiore di un terzo. Dal 2000 al 2013, infatti, il numero ha raggiunto le 500 unità, con la frequenza che pertanto risulta aumentata di ben 6 volte rispetto al dato precedente. Una intensità che, dati alla mano cresce con l’aumentare delle attività di produzione energetica: quasi 50 miliardi di metri cubi ogni anno. Della questione si è interessato anche il New York Times. Chiel Seinen, un portavoce del consorzio del gas Nam ha detto proprio sulle pagine del newspaper americano che “nel sottosuolo della Regione ci sono stati almeno 1.800 difetti naturali dovute alle attività estrattive”. La stampa americana è particolarmente interessata a quanto sta succedendo nel paese dei tulipani per via della crescita di tensione interna sulle attività di estrazione del Gas di Shale negli States. Un’attività altamente inquinante e pericolosa per la tenuta dell’ecosistema statunitense ma che permetterà al Paese a stelle e strisce di raggiungere in pochi anni i vertici dei primi produttori di gas al mondo. Proprio in questi giorni sono partite le prime attività di export, con contratti ricchissimi.

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