Ucraina, successi per i manifestanti: via premier Azarov e norme liberticide

L'ex premier Mykola Azarov
L'ex premier Mykola Azarov

KIEV – Il Parlamento ucraino ha abrogato le contestatissime leggi liberticide che limitavano fortemente la libertà di manifestazione, di scambio di idee sia tramite sit-in che tramite la diffusione di informazione tramite internet. Il voto, avvenuto stamane dopo un minuto di silenzio per ricordare le vittime durante gli scontri tra agenti e manifestanti durante gli ultimi giorni. Solo due i voti contrari, e ben 361 voti a favore, votati con procedura elettronica e non per alzata di mano come nella durante la seduta della Rada Suprema, il Parlamento ucraino, lo scorso 16 gennaio. Ora tali norme dovranno essere riscritte assieme ai membri dell’opposizione. Le intenzioni sono quelle di ispirarsi ai principi che regolano e ispirano l’Unione Europea.

Secondo gli esperti si tratta di un deciso passo avanti nella risoluzione del conflitto in atto tra la società civile e il Presidente della Repubblica Viktor Yanukovich. Il secondo successo in rapida successione dopo l’avvenute dimissioni del Primo Ministro Mikola Azarov, avvenute nella notte.

Mikola Azarov, che gli esperti descrivono più tecnocrate che politico, è in Parlamento dal 1995. Sotto il governo Yanukovich ha ricoperto, con buoni successi, il ruolo di ministro dell’Economia nel 2001, vice premier, e per ben tre volte la carica di premier: la prima volta, ad interim, nel 2004, la seconda a pochi mesi di distanza dalla prima sempre ad interim, nel 2005 e poi sotto la guida del presidente della Repubblica Yanukovich nel 2010.

Azarov ha consegnato le sue dimissioni al Presidente Yanukovich dopo che il proprio posto è stato offerto al leader dell’opposizione Arseniy Yatsenyuk, leader del partito Patria, lo stesso di Yulia Timoschenko. L’offerta prevedeva anche la concessione del ruolo di vicepremier a Vitaliy Kiltschko, ex pugile e oggi leader di Udar, uno dei più papabili sfidanti alle prossime elezioni in programma nel 2015.

La nota diffusa dal presidente Azarov non fa menzione a questo passaggio e spiega come la decisione di rimettere nelle mani del Presidente della Repubblica il proprio mandato da Primo ministro sia stata dettata «per creare le opportunità ulteriori per un compromesso socio-politico, per il bene della nazione e per un accordo pacifico del conflitto». Klitschko ha etichettato le dimissioni di Azarov come un tentativo di «salvare la faccia».

Un ulteriore successo dei manifestanti consiste nell’amnistia che il Presidente della Repubblica Yanukovich concederà ai manifestanti imprigionati durante gli ultimi giorni di proteste. Un numero consistente, nell’ordine delle centinaia di manifestanti.

In cambio di queste concessioni Yanukovich ha chiesto ai manifestanti che liberino le sedi del potere occupate in tutto il Paese. Da quelle centrali a Kiev a quelle decentrate nelle varie regioni del Paese, soprattutto quelle nella zona occidentale dell’Ucraina. Inoltre, il presidente Yanukovich, ha chiesto che cessino le proteste e che nelle piazze torni la quiete. E’ questa la situazione da monitorare nelle prossime ore, visto che in sostanza, sotto anche le pressioni della comunità internazionale, il Presidente della Repubblica ha eliminato le contestatissime leggi liberticide e ha graziato i manifestanti. Ma il rischio è che i manifestanti non abbassino il tiro fino a quando non sia lo stesso Yanukovich a rassegnare le dimissioni e a indire elezioni anticipate, sia presidenziali che legislative.

La questione ucraina è sotto il vaglio anche delle istituzioni europee. Oggi il presidente russo Vladimir Putin è volato a Bruxelles per il vertice Ue-Russia. L’agenda ufficialmente non sarà presenta capitoli inerenti all’Ucraina, ma è chiaro che l’argomento sarà trattato in modo adeguato.

Anche gli Usa si sono mossi per l’Ucraina nelle ultime ore. Il vice presidente Usa, Joe Biden, ha telefonato questa mattina a Yanukovic chiedendo di trovare al più presto possibile una soluzione pacifica all’impasse tra il governo e i manifestanti. Si tratta della seconda volta che Biden telefona a Yanukovich nell’ultima settimana.

Armando Michel Patacchiola

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