Colera ad Haiti: migliaia di casi, governo proclama emergenza sanitaria

PORT-AU-PRINCE – Il bilancio dell’epidemia di colera che ha colpito Haiti negli ultimi giorni è salito ad almeno 200 persone morte e oltre 2mila che hanno contratto la malattia.

Di fronte a questo evento le autorità di Port-au-Prince si sono viste costrette a ricorre allo stato di emergenza sanitaria proclamato stamani. Le autorità e le organizzazioni internazionali si stanno ora adoperando per adottare  tutte le misure urgenti per bloccare il diffondersi del virus che a quanto sembra si sta diffondendo inesorabilmente. Dopo il disastroso sisma di magnitudine 7.0 che colpì il Paese lo scorso gennaio è ora il colera a mietere vittime tra gli haitiani. L’epidemia ‘cade’ infatti, sul Paese dopo che questi è stato già devastato da un terribile terremoto ed ancora ne porta i segni e le ferite sono ancora aperte. Un Sisma che causò almeno 300mila morti e 1,5 milioni di senzatetto. Sfollati e profughi che da allora vivono ancora accampati in tende nei campi allestiti dai soccorritori.

 

La riprova questa, che a nove mesi dal quei terribili momenti, Haiti è attraversata ancora da una profonda crisi umanitaria e sanitaria. Ed è quella sanitaria che in questi giorni ha fatto ritornare il Paese alla ribalta delle cronache mondiali. L’isola caraibica è da una settimana preda di una grave epidemia di colera. Era da oltre un secolo che sull’isola non si registravano casi di questa malattia e ciò non fa dormire sonni tranquilli a nessuno in quanto la popolazione è di fatto priva di ogni difesa immunitaria. Un dato di fatto questo che di certo avrà il suo peso sul bilancio finale delle vittime. L’epidemia di colera in atto si è sviluppata nella regione di Artibonite, nel nord del Paese. A far scattare l’allarme la morte al 20 ottobre scorso di almeno 19 persone, in gran parte bambini. I sintomi erano vomito, diarrea e febbre alta. Si era pensato ad un’epidemia di dissenteria, ma tale non era e non lo si è capito, o almeno si è cercato di nasconderlo,  finchè non sono giunti i risultati delle analisi.

 

Dalla regione di Artibonite il focolaio si è poi, facilmente esteso nel resto del Paese. Si sono registrati già i primi casi nei sobborghi della capitale haitiana come ad Archaie. Mentre sono in corso indagini cliniche per capire se ci siano anche casi a Croix-des-Bouquet, a Mirebalais e a Petit Riviere. Il timore è che il virus raggiunga anche Port-au-Prince, dove troverebbe terreno fertile per diffondersi tra le tante persone che vivono ancora in condizioni igieniche estremamente precarie negli accampamenti post terremoto. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, OMS, nessun caso è stato ancora segnalato nella zona della capitale dove vivono accampati la maggior parte dei senzatetto post terremoto. Squadre di sanitari stanno comunque monitorando gli accampamenti. Secondo le autorità sanitarie haitiane l’epidemia è stata causata dalla cattiva qualità dell’acqua potabile. In particolare ritengono che il contagio sia dovuto alle acque del fiume Artibonite che attraversa le zone rurali dell’omonima regione di Haiti. Acque che le popolazioni del territorio utilizzano nelle loro attività quotidiane e nella cottura dei cibi. Nei giorni scorsi le autorità sanitarie locali hanno rivolto un appello, oggi rinnovato, alla comunità internazionale e alle organizzazioni umanitarie per far fronte all’emergenza. Un appello subito raccolto dalla comunità internazionale. Lo scorso giovedì era stata la rivelazione di un funzionario, voluto restare anonimo, a far scattare l’allerta.

 

“Il governo, finora si è limitato a parlare di casi di diarrea per non scatenare il panico. I primi risultati dei test di laboratorio mostrano però, che si tratta di colera. Non sappiamo ancora di quale tipo”, aveva raccontato il funzionario. Ieri poi, l’annuncio ufficiale del ministro della salute di Haiti, Alex Larsen che annunciava che nel Paese era in corso una grave epidemia di colera provocata dal virus del tipo più pericoloso. Il ministro infatti, precisava che si trattava del ceppo ‘O1’, che è all’origine della maggior parte dei focolai di colera nel mondo. Sempre ieri anche l’OMS ha dato la conferma di casi di colera ad Haiti. Un annuncio dato dopo che al  Pan American Health Organization, l’ufficio regionale dell’OMS, erano pervenuti i risultati delle analisi di laboratorio che ne davano conferma. In verità già nei giorni precedenti dall’esame delle feci prelevate su alcune persone contagiate si erano avuti risultati positivi al colera. Tutte le forze del Paese sono ora impegnate nel cercare di tamponare la diffusione del virus e di contrastarlo. Ai pazienti contagiati viene somministrata una soluzione reidratante orale per ricostituire i fluidi persi con la diarrea e il vomito. Mentre ai pazienti troppo deboli per assumere le sostante per via orale, la soluzione la ricevono per via intravenosa. Gli ospedali sono strapieni. Nel Paese sono già giunti oltre 300mila dosi di antibiotici e 10mila tavolette per purificare l’acqua. Saranno un valido ed efficace strumento con cui i sanitari cercheranno di far salire di molto il bilancio dei morti. Contro l’epidemia di colera scoppiata sull’isola caraibica sono all’opera anche i volontari della Croce Rossa Italiana, Cri.
Ferdinando Pelliccia

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