Giappone. Sindaco vuole guadagnare come i cittadini, via 140mila euro di stipendio

NAGOYA – Da 200 mila euro di stipendio a circa 61 mila per sentirsi come un cittadino comune. Sta facendo il giro del mondo la notizia riguardante Takashi Kawamura, il sindaco di Nagoya, la quarta città più grande del Giappone con i suoi 2,26 milioni di cittadini. A soli tre mesi dalla sua elezione, il primo cittadino nipponico ha messo nero su bianco la sua promessa elettorale: decurtarsi lo stipendio.

Si tratta di un primo passo di una vera e propria crociata per il leader di “Genzei Nippon”, il partito da lui fondato, che da tempo pone l’accento sulla necessità che la politica si avvicini alla popolazione. “Guadagnerò come un cittadino normale” tuonava durante la campagna elettorale che lo ha visto vittorioso lo scorso aprile. Una misura di austerity anti-casta, quella approvata dall’assemblea municipale, che per il momento riguarderà solo il suo mandato. Ma la sua crociata è giunta solo al primo step, visto che Kawamura ha assicurato che tale misura potrebbe presto riguardare anche i suoi successori.

Le opposizioni già parlano di azioni populiste del sindaco, che vuole promuovere il suo partito (letteralmente traducibile in italiano come Tagli fiscali Giappone) e che si erge come portatore di azioni moralizzatrici di una classe politica giapponese non esente da critiche di esosità e mala amministrazione.

Anche Kawamura, comunque, ha in curriculum una pecca. Era il febbraio 2012 quando durante la visita alla città cinese di Nanjing, Nawamura negò il massacro che l’esercito imperiale nipponico perpetrò nel 1937. Azione etichettate “solo” come azioni di guerra convenzionale. Nella circostanza morirono 300 mila cinesi.

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