Confermata sentenza VS Texaco in Ecuador: pagherà 8,5 miliardi

In questi giorni in Italia l’avvocato Pablo Fajardo per  una conferenza internazionale sulla giustizia ambientale

 

ROMA – Il 12 novembre scorso la Corte Nazionale di Giustizia dell’Ecuador ha ratificato la condanna per danno ambientale inflitta alla Chevron Texaco nel 2011 per i danni all’ambiente e alla salute delle comunità amazzoniche causati dalle attività estrattive.

«La Chevron fu condannata nel 2011 dalla Corte della provincia amazzonica di Sucumbíos a pagare 9,5 miliardi di dollari, ammontare che duplicava se l’industria petrolifera non chiedeva perdono per i danni ambientali dei quali era imputati» racconta l’avvocato della causa Pablo Fajardo, vincitore nel 2008 del Golman Prize per l’ecologia e in Italia proprio in questi giorni. La Chevron ricusò la sentenza davanti alla Cn, non si è mai scusata pubblicamente come esigeva la Corte di Sucumbíos e il risarcimento è lievitato a 19 miliardi di dollari. Due giorni fa la Corte Nazionale ha confermato la sentenza, riconoscendo ancora una volta la responsabilità dell’impresa nel più rande disastro compiuto a causa di attività estrattive in una regione amazzonica, ma ha eliminato la clausola che prevedeva il raddoppio, riportando il risarcimento dovuto a 8,6 miliardi di dollari. A questa cifra va aggiunto un ulteriore 10% come risarcimento al Frente de Defensa de la Amazonía, la coalizione di comunità, soprattutto indigene, che ha denunciato la Chevron.

In questi giorni Pablo Fajardo è in Italia, ospite dell’Associazione A Sud e del Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali, per una Conferenza Internazionale sulla Giustizia Ambientale prevista per il 15 novembre a Roma e organizzata nell’ambito del progetto internazionale di ricerca Ejolt, che riunisce accademici, ricercatori e attivisti di 23 organizzazioni partner di tutto il mondo.

“Questo grado di giudizio è l’ultimo” ha ricordato Fajardo, “la sentenza è un precedente importantissimo, un passo avanti storico e la dimostrazione che la giustizia è alla portata anche dei più poveri e vulnerabili”. Un precedente che apre la strada ad altre azioni giudiziarie che i Frente de Defensa de la Amazonìa ha annunciato, tramite Fajardo, di voler intraprendere in futuro.

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