Kiev. Il governo incontra l’opposizione. Yanukovich: pronto a modificare la Costituzione

Il presidente ucraino Viktor Yanukovich offre al leader dell’opposizione, Arseny Yatsenyuk, l’incarico di premier e si dice pronto a cambiare la Costituzione

ULTIM’ORA –  Al termine dell’incontro tra il presidente Viktor Yanukovich e i tre leader dell’opposizione, da quanto si apprende da una nota diffusa dall’ufficio di presidenza, sembra che il presidente ucraino abbia offerto la carica di primo ministro al leader dell’opposizione Arseny Yatsenyuk e quella di vice premier all’altro esponente dell’opposizione, l’ex pugile Vitali Klitschko. Per martedì è stata inoltre programmata una riunione della Rada, ovvero il Parlamento, per modificare le leggi contro le manifestazioni, una delle altre richieste dell’opposizione. Infine Yanukovich ha detto di essere pronto a modificare la Costituzione, che al momento assegna grandi poteri al capo dello Stato, o con un referendum o attraverso un procedimento legislativo.

KIEV – Rimane molto alta la tensione a Kiev, dove gli scontri tra i manifestanti antigovernativi e le forze di sicurezza, nonostante le temperature polari (-20 gradi centigradi) non accennano a placarsi.

La tregua proclamata due giorni fa si è dunque rotta.  Gli spiragli per un dialogo con le autorità filo russe, come pure l’apertura da parte del presidente Viktor Yanukovich per un rimpasto di governo e la modifica delle leggi considerate dalla protesta ‘liberticide’, non hanno sortito l’esito desiderato e  seppur sporadici, gli scontri sono quindi continuati anche durante la  scorsa notte. Insomma Kiev è ancora un campo di battaglia. I manifestanti pro-europeisti, questa mattina, con volti coperti e armati di bastoni,  si sono assiepati dietro cataste di pneumatici, erette per fermare l’avanzata delle forze di sicurezza. Successivamente hanno incendiato gli pneumatici, creando una fitta cortina di fumo al fine di sfuggire agli agenti in assetto anti-sommossa, contro i quali sono state lanciate successivamente pietre e bottiglie incendiarie.

Nella tarda mattinata, i manifestanti del gruppo civico ‘Spilna Sprava’  hanno occupato per alcune ore i cinque piani del ministero dell’Energia dell’Industria del carbone.  Il palazzo si trova non lontano da piazza Maidan, cuore della protesta ‘europeista’ e antigovernativa. Dopo l’occupazione tutte le strutture nucleari del Paese sono state messe in allerta. Solo in seguito all’intervento del capo del dicastero Eduard Stavitski, il palazzo è stato sgombrato ed è rimasto bloccato l’ingresso.

La notte scorsa un poliziotto ucraino di 27 anni è  invece rimasto ucciso.  A sostenerlo il ministro dell’Interno, Vitaliy Zakharchenko, che ha accusato i dimostranti di  averlo colpito alla testa e infine di avere aggredito tre poliziotti e preso in ostaggio altri due, che sarebbero tenuti segregati  in un edificio del municipio. 

Ma non è tutto. E’ infatti sempre Zakharchenko a sostenere che i manifestanti abbiano armi accumulate nella sede dei sindacati e nel quartier generale dell’amministrazione municipale.  Il ministro ha quindi dichiarato l’impossibilità a risolvere in maniera pacifica la crisi. Ha poi rincarato la dose affermando che i capi dell’opposizione non vogliono dissociarsi dalle fazioni più radicali e non sono più in grado di controllarle: “Gli sforzi sono vani. Lo dimostrano gli eventi degli ultimi giorni, le nostre chiamate per la pace non sono state ascoltate, è stata violata una tregua”. Ha infine aggiunto che i manifestanti riuniti in piazza Indipendenza, nel centro di Kiev, così come quelli che si trovano negli edifici pubblici occupati, saranno considerati dalla polizia ucraina come appartenenti a ‘gruppi estremisti'”.  “Lasciate i radicali, nessuno impedirà proteste pacifiche, e cercate un posto sicuro – ha detto in un appello ai leader dell’opposizione – Se ci saranno pericoli…saremo costretti a usare la forza”. I sostenitori dell’opposizione hanno dal canto loro negato ogni accusa di responsabilità, intimando al governo di evitare ulteriori ‘provocazioni’.

Sono intanto previsti per oggi una serie di colloqui nel tentativo di disinnescare la crisi.  Un incontro è avvenuto tra il presidente Yanukovich e i tre principali leader dell’opposizione parlamentare, il campione di boxe Vitali Klitschko, il capo del partito di Yulia Tymoshenko, Arseniy Yatsenyuk, e il nazionalista Oleg Tyagnybok, per trovare un compromesso che metta  fine alla grave situazione politica che sta investendo il Paese. Infatti gli scontri si sono ormai estesi anche ad altre località, dove i manifestanti hanno preso il controllo degli edifici governativi.  Le città coinvolte sarebbero Luc’k, Ivano-Frankivsk, Cernivci, Ternopil, Leopoli, Rivne, Khmelntysky, Sumy, Vinnytsia. Proprio nella città di Vinnytsia, centinaia di poliziotti si sarebbero invece uniti ai dimostranti.  Oggi la protesta ha conquistato anche Poltava, a est di Kiev, qui i dimostranti hanno cercato di assaltare le sedi regionali, così come a Tchernigov, a nord della capitale, vicino alla frontiera con la Bielorussia.

A proposito della gravissima situazione ucraina si espresso anche il presidente del consiglio Enrico Letta, che ha dichiarato inaccettabile l’escalation di violenza:  “In Ucraina occorre che si fermi la violenza e riparta il dialogo. Quanto sta accadendo in queste ore a Kiev è inammissibile. Guardiamo con angoscia a questa crescita continua degli scontri e della repressione. L’Unione europea non può accettare un’evoluzione così drammatica degli eventi”.

 

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