TRIPOLI – Ormai è guerra tra i paramilitari di Khalifa Haftar, un ex generale in pensione, e le milizie integraliste islamiche. Ll’ultimo bilancio dopo i primi scontri a Bengasi è di almeno 79 morti e 141 feriti.
Numeri che potrebbero drammaticamente salire. Il governo libico ha accusato Haftar di voler mettere in atto un golpe e sono stati vietati i voli sulla città orientale della Cirenaica, culla della rivolta che nel 2011 aveva portato alla caduta di Muammar Gheddafi. Qualunque aereo dovesse sorvolare Bengasi verrà abbattuto, ha avvertito Tripoli, dopo che le forze di Haftar avevano usato anche velivoli per attaccare i miliziani. L’aeroporto locale è chiuso da venerdì mentre hanno riaperto alcuni negozi rimasti chiusi a causa dei combattimenti. Haftar, da parte sua, ha negato intenti golpisti: «La nostra operazione non è un colpo di Stato e non vogliamo prendere il potere», ha dichiarato ribadendo di voler «ripulire la Libia dai terroristi».
Un altro attacco armato si è registrato contro la sede del Parlamento libico, a sud di Tripoli. Lo ha riferito un deputato, confermando quanto riportato in precedenza da testimoni che avevano udito colpi d’arma da fuoco e esplosioni. Secondo il Parlamentare Omar Bushah alcuni uomini armati sono entrati nell’edificio e hanno appiccato un incendio. In precedenza la sede del Parlamento era stata evacuata. Secondo un portavoce del Parlamento ad attaccare sono i paramilitari di Khalifa Haftar, un ex generale in pensione. Secondo l’agenzia ufficiale Lana, gli aggressori hanno bloccato le vie d’accesso limitrofe all’edificio. Secondo testimoni, un convoglio di veicoli armati era entrato in città, proveniente dalla strada di collegamento con l’aeroporto. In queste ore le stesse milizie di Hftar sono impegnate in sanguinosi combattimenti a Bengasi, iniziati venerdì, con le milizie integraliste islamiche.