SARAJEVO – Devastanti inondazioni che hanno colpito negli ultimi giorni Bosnia e Serbia.
Tra ieri e oggi sono stati recuperati i corpi senza vita di almeno venti persone e si teme che il numero possa salire quando le acque cominceranno a ritirarsi. Il bilancio solo in Bosnia sale sale a 11 morti. Ma la situazione peggiore è quella di Maglaj e Doboj dove seimila persone sono rimaste isolate dall’acqua che ha sommerso completamente le due città costringendo centinaia di persone a salire sui tetti. Il livello dei fiumi continua a crescere, miglia glia di famiglie sono senza elettricità, ovunque frane e smottamenti stanno inghiottendo le abitazioni e bloccando le strade, impedendo così l’arrivo dei soccorsi. In alcune zone montuose della Bosnia la neve ha raggiunto i due metri obbligando all’evacuazione tante famiglie di pastori con le loro greggi. In Croazia la parte più colpita dalle inondazioni è la regione di Pozega dove non si registrano vittime finora ma sono state evacuate oltre mille persone. L’Esercito è stato mobilitato ovunque e i danni all’agricoltura e alle infrastrutture ammontano finora a dieci milioni di euro.
In Serbia il bilancio è più incerto non volendo le autorità comunicare le cifre ufficiali finché i soccorsi sono in atto. Finora le vittime accertate sono sei ma per il premier Aleksandar Vucic sarebbero molte di più dato che a suo avviso sarebbero morti anche diversi soccorritori. Oltre settemila sono state finora le persone evacuate. L’emergenza maggiore si registra a Sabac e Obrenovac completamente sott’acqua e minacciate rispettivamente dai fiumi Sava e Kolubara. Secondo Vucic è necessario evacuare e mettere al sicuro buona parte degli abitanti delle due città, dove anche squadre minatori lavorano a sostegno dei soccorritori. Il Danubio il Savae il Drina sono in piena, ingrossati a dismisura dalle piogge incessanti e dai numerosi affluentie,e fanno davvero paura. L’esercito è mobilitato anche qui con migliaia di uomini. La Russia ha inviato in Serbia tre aerei Ilyushin con squadre di specialisti in situazioni di emergenza e aiuti in generi alimentari e medicinali. Altri aiuti arrivano anche da Slovenia, Croazia, Montenegro, Macedonia, Israele e Unione europea.