Colpo di stato in Thailandia, divieto di espatrio all’ex premier e a 155 politici

 

ROMA -Dal 1932, anno in cui la Thailandia è diventata una monarchia costituzionale, sono stati dodici i colpi di Stato realizzati nel paese. Questo giovedì, l’esercito thailandese ha preso in mano il potere: il golpe, Prayuth Chan-Ocha, ha affermato che le loro azioni consistono nel ripristino e nel raggiungimento di riforme politiche.

È stata arrestata l’ex primo ministro, Yingluck Shinawatra, insieme ad altri due membri della sua famiglia; eletta trionfalmente nel 2011 e destituita due settimane fa dalla Corte costituzionale, è stata portata in una base segreta insieme alla sorella e al cognato, anche loro attivi politicamente. Inoltre, la nuova giunta militare, ha vietato l’espatrio a 155 esponenti politici, in gran parte fedeli all’ex governo. Dopo i politici, sono stati gli intellettuali a finire nel mirino della giunta militare: 35 persone sono state convocate, pena l’arresto. Accanto ad altri esponenti politici e attivisti, colpisce questa volta la presenza di diversi docenti universitari. Uno dei professori è Pavin Chachavalpongpun, titolare della cattedra di Studi del Sudest Asiatico presso l’università di Kyoto, in Giappone: raggiunto al telefono, il professor Chachavalpongpun ha affermato che non farà ritorno in patria e ha definito la convocazione un segno di insicurezza della giunta militare.

Il segretario di stato degli USA, John Kerry, dichiarandosi preoccupato per l’arresto dei leader politici e per la chiusura dei media, ha affermato che “non ci sono giustificazioni per questo colpo di stato militare” e che di conseguenza ci saranno implicazioni negative tra i due stati. Infatti gli USA hanno già sospeso un terzo degli aiuti militari alla Thailandia.  Le tv thailandesi hanno ripreso oggi parzialmente le trasmissioni; nonostante si stia diffondendo il messaggio che il golpe possa rappresentare uno sviluppo positivo per il paese, la situazione non sembra migliore affatto. Dalla società thailandese emergono solo molteplici segnali contrari. Oggi a Bangkok è arrivata la protesta di circa 300 attivisti non affiliati al movimento, che in pieno centro hanno esposto cartelli come “Fermiamo il golpe” sfidando il divieto di assembramento imposto ieri dai militari; cinque manifestanti sono stati arrestati.

L’esercito ha anche imposto un coprifuoco dalle dieci di sera alle cinque del mattino, valido sia per i residenti quanto per i turisti.

 

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