Danimarca al voto. Scontro diretto tra destra e sinistra

COPENHAGEN – Urne aperte dalle 9, oggi in Danimarca, per le elezioni legislative anticipate nel Paese. A pochi minuti dal voto, l’esito resta piuttosto incerto, con gli ultimi sondaggi che danno un testa a testa tra il blocco di destra guidato da Lars Lokke Rasmussen e la sinistra di governo del primo ministro Helle Thorning-Schmidt.

Le operazioni di voto proseguiranno fino alle 20, i primi exit poll saranno resi noti subito dopo la chiusura dei seggi. “”Sarà un’elezione serrata. Non c’è un vantaggio chiaro”” dell’una o dell’altra parte, ha detto Rune Stubager, professore di Scienze politiche all’Università di Aarhus. I danesi sono chiamati a rinnovare la Folketing, camera unica del Paese, che conta 179 seggi. Il paese è diviso in 10 circoscrizioni, che a loro volta sono divisi in distretti. Ad ogni circoscrizione è assegnato un determinato numero di seggi. Un totale di 135 vengono assegnati con il metodo proporzionale, i rimanenti 40 sono attribuiti in modo da bilanciare qualsiasi differenza tra i risultati a livello distrettuale e quelli a livello nazionale. Groenlandia e isole Far Oer eleggono due deputati ciascuno e il loro voto potrebbe essere fondamentale per attribuire la vittoria al voto, dicono gli analisti citati dalla stampa britannica.La sfida elettorale si è tutta giocata sulla politica economica del paese e sul tema dell’immigrazione. Per Kasper Hansen, dell’Università di Copenaghen, in particolare due questioni saranno “”decisive”” per la vittoria finale: “”previdenza e immigrazione””. La prima è stata un cavallo di battaglia dell’attuale sinistra al governo; sulla seconda ha costruito il suo vantaggio l’opposizione di destra guidata da Lars Lokke Rasmussen. “”Se a prevalere sarà il welfare, allora Social Democratici e Social Liberali vinceranno. Se, viceversa, sarà decisiva l’immigrazione, il successo andrà all’opposizione””, ha confermato l’esperto.

Da questo punto di vista, significativo sarà il risultato del Partito del popolo danese (Dpp), appartenente alla destra anti-immigrazione, che è stato il più votato alle elezioni europee del 2014. Per il voto di oggi è accreditato del 18% delle preferenze, contro il 12,3% delle ultime elezioni: un incremento a cui non necessariamente potrebbe fare seguito un ingresso in un eventuale governo di destra. Se, infatti, le posizioni dure sull’immigrazione fanno da trait d’union, a dividere il Dpp dal blocco di destra potrebbero essere le profonde differenze su alcune questioni europee e sul welfare.La premier Helle Thorning-Schmidt ha indetto il voto anticipato il 27 maggio, dopo che il governo ha decretato la fine di una prolungata crisi economica, con un calo del prezzi delle case del 20% e il debito più alto del mondo a gravare sulle famiglie. A maggio il governo ha aumentato la stima di crescita 2015 all’1,7% e pronosticato un’espansione del due per cento il prossimo anno. Thorning-Schmidt, 48 anni, ha deluso molti elettori di sinistra, tagliando le tasse e mantenendo i tagli al welfare decisi dai suoi predecessori. Ma la ripresa dell’economia ha aiutato la sua coalizione ha recuperare sette punti sull’opposizione pochi giorni dopo l’annuncio del voto.Per guadagnare consensi e recuperare il terreno perduto, Thorning-Schmidt ha più volte sottolineato in passato che il suo governo ha inasprito le regole di accesso all’asilo in Danimarca. Ma numerosi elettori ritengono che l’attuale opposizione proponga migliori soluzioni per la questione. Il blocco di destra ha annunciato una serie di misure per rendere il Paese meno attraente agli occhi dei migranti, tra cui tra una riduzione degli stanziamenti per i nuovi arrivati e la concessione di un permesso di soggiorno permanente esclusivamente a coloro che hanno un lavoro e parlano danese.

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