Cina. A Tianjin le vittime salgono a 112. Censurati siti web

PECHINO – Si e’ ulteriormente aggravato il bilancio delle vittime delle esplosioni nel porto cinese di Tianjin. Secondo quanto riferisce l’agenzia ufficiale Xinhua, i morti accertati sono 112 e 95 i dispersi, inclusi 85 vigili del fuoco. Lo riferisce l’agenzia ufficiale Xinhua.

“Alle 9 (locali le 3 del mattino in Italia) il totale delle vittime accertate e’ di 112”, ha dichiarato Gong Jiansheng, n.2 dell’ufficio informazione della citta’ portuale, che ha 15 milioni di abitanti. “Abbiamo gia’ identificato 24 corpi mentre non e’ stato possibile ancora attribuire un’identita’ ad altri 88”, ha aggiunto. Tra le vittime almeno 21 vigili del fuoco.

Intanto emerge che  vi erano centinaia di tonnellate di cianuro stoccate nel magazzino devastato dalle due spaventose esplosioni avvenute nel porto cinese di Tianjin, dove l’ultimo bilancio delle vittime parla di 112 morti. Lo ha riferito il generale Shi Luze, comandante militare della regione, che ha cosi’ dato la prima conferma ufficiale della presenza di questa sostanza velenosa nel sito del disastro, dove sono tuttora disperse un centinaio di persone, tra le quali 85 vigili del fuoco. In una conferenza stampa il generale Shi ha detto che il cianuro e’ stato individuato in due punti diversi nell’area delle esplosioni. “Il volume, secondo stime provvisorie, e’ di molte centinaia di tonnellate”, ha affermato il comandante militare. Un team di 217 esperti delle forze armate in emergenze chimiche e nucleari sta operando nella zona e le autorita’ hanno richiesto anche l’intervento di tecnici del produttore della sostanza per gestire la situazione. Per neutralizzare il cianuro viene usato perossido di idrogeno. 

Censura cinese, chiusi siti web

Le autorita’ cinesi, nel frattempo, hanno censurato decine di siti internet che contenevano critiche sulla gestione dell’emergenza a Tianjin e sull’assistenza alle vittime delle disastrose esplosioni di mercoledi’ nel porto della citta’. Sono 50 le pagine web oscurate oggi, e si aggiungono alle 360 gia’ bloccate nei giorni scorsi. In una nota diffusa dall’agenzia ufficiale Xinhua, l’Amministrazione del ciberspazio accusa i portali di “creare il panico pubblicando informazioni non verificate e permettendo agli utenti di diffondere voci incontrollate”. L’Amministrazione cita, tra gli altri, siti in cui si afferma che i morti sono mille, che i supermercati della citta’ sono stati sacheggiati, o in cui si critica il governo regionale di Tianjin e se ne chiede l’azzeramento. E’ stata definitivamente revocata l’autorizzazione a 18 siti web che avevano “un’influenza negativa” e ad altri 32 la licenza e’ stata sospesa temporaneamente. Sono stati inoltre cancellati 160 account da Weibo, il Twitter cinese, e da altri social network, e 200 sono stati congelati.

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