LONDRA – La vicenda dieselgate sta arrivando a un epilogo davvero drammatico per la casa automobilistica tedesca, sui motori diesel contraffatti per eludere le leggi in tema di inquinamento.
Infatti, i grandi azionisti della Volkswagen hanno deciso di citare in giudizio per 40 miliardi di euro la societa’ per il crollo del titolo a causa dello scandalo ormai ben noto.
Secondo quanto riferisce il Sunday Telegraph l’avvocato Quin Emanuel, che ha al suo attivo vittorie in “class action” per 50 miliardi di dollari e ha ha tra i suoi clienti colossi del calibro di Google, Sony e la Fifa, e’ stato ingaggiato dal gruppo Bentham (specializzato nel finanziare i costi delle grandi e lunghe vertenze legali) per preparare una causa a favore degli azionisti di Volkswagen che hanno visto volatilizzarsi 25 miliardi di euro per il crollo del titolo del colosso automobilistico.
E non finisce qui. Le grane per la casa di Wolfsburg non sono finite, poichè bisogna pagare anche tutte le multe inflitte dai vari governi e per i costi di richiamo e modifica dei motori degli 11 milioni di vetture montate sul motore diese AE189. In sintesi, il titolo potra’ ancora scendere.
L’avvocato Quinn e il gruppo Bentham stanno contattando i grandi investitori di Volkswagen, inclusi i fondi sovrani di Qatar (che conmtrolla il 17% delle azioni) e Norvegia (il 2%), per chiedere loro di unirsi nella causa. Vertenza che sara’ avviata, spera l’avvocato al piu’ tardi a febbraio 2016, in Germania in base alla legge sul commercio dei titoli azionari. Quinn ritiene che il fatto che Volkswagen abbia tenuto segreto a tutto il mondo, ma in particolare ai suoi azionisti (gente che ha investito il proprio denaro nella societa’), l’uso di strumenti e software per alterare i test dei motori diesel, costituisca una gravissima colpa da parte del management. Danno che inizia dal 2009, ossia da quando Volkswagen ha iniziato a ‘truccare’ i suoi motori diesel.