DAMASCO – Sono 464 i civili uccisi in Siria nei primi quindici giorni di Ramadan, il mese sacro all’Islam iniziato il 6 giugno scorso, tra cui 118 bambini e 67 donne.
Lo denunciano gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, sottolineando che ”la santità del Ramadan non ha impedito agli assassini di continuare a commettere crimini contro i civili siriani, colpendo donne e bambini oltre a uomini e ragazzi”. L’Osservatorio precisa che 269 civili, tra cui 79 bambini e 36 donne, hanno perso la vita a causa di raid dell’aviazione militare siriana e russa, oltre che per il lancio di barili bomba da elicotteri di Damasco. Sono invece 51 i civili, tra cui nove donne e nove bambini, colpiti da razzi e dal fuoco di artiglieria da forze del regime siriano e da miliziani alleati. Nei raid condotti dalla coalizione militare internazionale a guida Usa hanno invece perso la vira 23 civili, tra cui cinque bambini, sei donne e otto detenuti. Inoltre 51 persone, tra cui 11 bambini e nove donne, sono state uccise da fazioni islamiste e da jihadisti del sedicente Stato Islamico (Is).
Tra le vittime si contano anche 16 persone, tra cui due bambini, uccisi in un attentato kamikaze sferrato con un’autobomba, mentre 13 civili, tra cui quattro bambini e tre donne, sono stati colpiti da proiettili sparati dalle guardie di frontiera della Turchia. Sono invece 11 i civili morti a causa delle torture subite nei centri di detenzione del regime siriano e cinque le persone, tra cui una donna, giustiziate dall’Is. In tre, tra cui un bambino, sono rimasti vittima delle precarie condizioni sanitarie e 21 persone, tra cui sette bambini e due donne, hanno perso la vita in seguito all’esplosione di una mina o perché coinvolti in una sparatoria. Infine un uomo, accusato di essere un ladro, è morto per le torture inflittegli dall’Is. L’Osservatorio contesta quindi alla comunità internazionale di restare in silenzio di fronte ai crimini commessi contro il popolo siriano e all’inviato delle Nazioni Unite in Siria Staffan de Mistura di dare rilievo agli aiuti in zone assediate sotto il controllo del regime, mentre è proprio Damasco che commette crimini di guerra.