Nuove proteste a Mosca e San Pietroburgo contro la corruzione

MOSCA  – Sono attese per oggi (alle 12 ora locale, le 11 in Italia) nuove manifestazioni di protesta a Mosca e a San Pietroburgo, dopo quelle che domenica scorsa si sono verificate in tutto il paese, portando ad arresti di massa.

Questa volta, a organizzarle non e’ stato il Fondo anti-corruzione del blogger-oppositore Aleksei Navalny, che al momento si trova in carcere a scontare 15 giorni di detenzione amministrativa, dopo il successo delle proteste del 26 marzo che hanno visto un gran numero di partecipanti, ma che non erano state autorizzate. A fare appello a nuove dimostrazioni, questa volta, sono stati degli utenti anonimi sui social network e su Telegram, il programma di messaggistica molto diffuso in Russia e ritenuto piu’ sicuro di WhatsApp. Lo slogan dell’evento e’ “Pretendiamo cambiamenti sistemici nel paese!”. Nel messaggio di convocazione si specifica che sara’ una protesta pacifica e che nessuno “vuole organizzare una rivoluzione”. Secondo alcuni osservatori, il fatto che gli organizzatori non abbiano voluto uscire allo scoperto e che non siano legati a nessuna delle sigle e partiti dell’opposizione extra parlamentare, fa pensare che si tratti di una “provocazione dei servizi segreti”.

A Mosca, la manifestazione e’ prevista nella zona della Piazza Rossa, tra i luoghi piu’ controllati del paese. Le autorita’, pero’, hanno gia’ detto che l’ingresso alla piazza sara’ chiuso per via dei preparativi per la parata tradizionale del 9 maggio, giorno in cui si festeggia la vittoria dell’Armata rossa sui nazisti. La polizia ha gia’ avvertito i cittadini di non prendere parte alle proteste, in quanto non autorizzate e ha promesso di usare “tutte le misure necessarie” per assicurare l’ordine pubblico. La settimana scorsa, tali misure hanno compreso l’arresto di migliaia di manifestanti scesi in piazza contro la corruzione della classe dirigente, come pure un raid nella sede del Fondo anti-corruzione di Navalny a Mosca per un presunto allarme bomba. Quando gli attivisti del Fondo hanno rifiutato di lasciare gli uffici, la polizia ha arrestato l’intero ufficio per resistenza a pubblico ufficiale. 

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