Dopo l’attacco in Siria il popolo di Trump si divide

NEW YORK  – Il popolo di Donald Trump si spacca sull’attacco in Siria. Se parte dei suoi sostenitori plaude all’iniziativa, molti lo accusano di essere un ‘traditore’. Le parole piu’ dure sono quelle dei suoi piu’ ferventi sostenitori di estrema destra, coloro che l’hanno appoggiato incondizionatamente durante la campagna elettorale.

E che ora gli girano le spalle dopo il raid in Siria. L’accusa e’ chiara: Trump ha tradito i suoi elettori con un attacco che per anni ha condannato, e che ha condotto senza l’autorizzazione del Congresso. A dare sfogo alla propria rabbia sui social media e’ il piccolo ma influente movimento nazionalista. ”E’ un altro pupazzo neocon. Sono ufficialmente fuori dal suo carro” tuona Paul Joseph Watson, direttore di Infowars. Richard Spencer, l’attivista di destra che ha coniato il termine ‘alt-right’, condanna l’attacco e lascia intravedere la possibilita’ di sostenere nel 2020 un altro candidato, Tulsi Gabbard, un democratico che ha incontrato il presidente della Siria, Bashar al-Assad, in gennaio.

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