Pensioni di invalidità. Una su dieci è da annullare

ROMA – A renderlo noto è il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento, Laura Ravetto, che rispondendo in commissione Lavoro della Camera dei deputati ad un’interrogazione presentata dall’onorevole Schirru (PD) ha illustrato gli esiti dell’attività di verifica svolta  dall’Inps sui titolari di pensioni per invalidita’ civile. 

In particolare, l’INPS ha avviato, nel corso del 2009, un piano straordinario sull’intero territorio nazionale avente ad oggetto 200.000 accertamenti nei confronti di persone risultanti titolari di pensioni ed altri benefici economici derivanti dal riconoscimento di invalidità civile.
Il decreto-legge 78/2010 ha poi previsto una proroga del programma straordinario di accertamento avviato dall’INPS nel 2009 estendendolo al triennio 2010-2012, con 100.000 verifiche da effettuare nel 2010 e 250.000 verifiche annue per ciascuno degli anni 2011 e 2012.

I controlli hanno riguardato persone di età compresa tra i 18 ed i 78 anni, tratti dal casellario delle pensioni INPS, con talune esclusioni (i titolari di prestazioni sospese, gli invalidi inviati o da inviare a visita sanitaria di revisione rispettivamente dopo il 1o luglio 2007 o entro il 30 giugno 2006 ed i residenti nelle province autonome di Trento, Bolzano ed Aosta).
Ad oggi l’Inps ha reso noto i risultati delle convocazioni relative a 332.781 cittadini, oltre 250.000 dei quali sono stati sottoposti a visita medica di verifica (esattamente 251.749) sottoposti a visita medica di verifica. Al termine degli accertamenti è stata definita la situazione di 264.391 persone ed è risultata la mancata conferma dei requisiti sanitari per la percezione dei benefici economici per 33.653 soggetti.
Poco più del 10 per cento degli accertamenti fin qui svolti ha quindi avuto come conseguenza la soppressione del beneficio economico. Il Governo non ha però potuto quantificare il risparmio atteso in quanto i provvedimenti adottati dall’INPS per sospendere o revocare i trattamenti possono essere fatti oggetto di impugnativa da parte delle persone interessate. La quantificazione del risparmio è quindi rinviata al momento della conclusione delle impugnazioni e della conferma o meno delle revoche.

Amalia Schirru del (PD), ha invece fatto notare, in fase di replica, come i dati indicati nella risposta del Governo, non sembrerebbero corrispondere a quelli da lei “acquisiti in via informale per il tramite degli istituti di patronato, secondo i quali, diversamente da quanto annunciato dall’Esecutivo, sembrerebbero ricorrere modalità di accertamento dello stato di invalidità non pienamente rispondenti a principi di coerenza ed equità sociale.”
L’onorevole Schirru ha concluso il proprio intervento manifestando”forti perplessità, in particolare, su talune pratiche di controllo aventi ad oggetto soggetti invalidi dalla nascita o comunque affetti da disabilità permanente, che, a suo avviso, andrebbero esclusi – una volta accertato il loro stato – da eventuali, ulteriori, visite, al fine di scongiurare un aggravio di oneri a loro carico. Ritiene, da ultimo, che il Governo abbia il dovere di rivalutare il proprio programma di interventi sulla materia, avendo cura di evitare un inutile moltiplicarsi delle attività di controllo, suscettibile solamente di produrre un surplus di costi amministrativi e di aggravare ulteriormente la posizione di soggetti già duramente colpiti dallo stato di disabilità.”

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