Le donne si mobilitano per l’autodeterminazione: “Non siamo un contenitore vuoto”

La Fronda rosa: “Chi non si muove non può rendersi conto delle proprie catene” (R. Luxemburg)

ROMA – Al contrario di quanti parlano ideologicamente o per meri scopi politici, elettorali e propagandistici, in merito al Rubygate, uno spaccato di Italia vuole sottolineare a gran voce come ancora oggi le misure a sostegno e a tutela della donna facciano acqua da tutte le parti.
Se davvero si brama prevenire l’idea nostalgica di coloro che vedono il corpo femminile puramente come  contenitore, svuotato di qualunque diritto di autodeterminazione, e pretendono di avere la parola definitiva sul corpo e sulla libertà delle donne, allora è necessario ricordare le nostre madri e le nostre nonne che hanno preparato il terreno a privilegi e conquiste attuali.  

“Quando si è giovani – menzionando Pëtr Alekseevič Kropotkin – si capisce che non è per farne un sistema di sfruttamento che si è studiato per molti anni – a spese della società, notate bene – un’arte od una scienza, e bisognerebbe essere ben corrotti, ben guasti dai vizi, per non aver mai sognato un più o meno lontano avvenire nel quale avreste applicato la vostra intelligenza, le vostre attitudini, il vostro sapere a vantaggio di quelli che gemono oggi nella miseria e nell’ignoranza. Voi siete di quei giovani che hanno sognato ciò; ebbene, vediamo cosa farete per realizzare il vostro bel sogno”.

E’ con questa premessa che si rende nota la successione di eventi volti a risolvere il grave  problema della gestione della politica che deve riguardare tutti i cittadini e non solo, deve coinvolgerli attraverso l’autogestione di ogni spazio possibilmente individuabile ed organizzabile nella società.

Previste per il 13 febbraio una serie di mobilitazioni organizzate dal gentil sesso italiano per manifestare contro la ripetuta e ostentata rappresentazione delle donne come nudo oggetto di scambio sessuale profferta dai media. I cortei si svolgeranno in tutte le principali città d’Italia; Roma ospiterà la maggiore affluenza di donne di sensibilità, età, orientamenti, professioni e appartenenza politica diversa, da sinistra a destra, da Cristina Comencini, a Giulia Bongiorno, da Susanna Camusso a Flavia Perina, direttrice del Secolo d’Italia, da Lorella Zanardo, autrice di “Il corpo delle donne”, a Silvia Costa, e poi Rosellina Archinto, Gae Aulenti, Licia Colò. Angela Finocchiaro, Inge Feltrinelli, Anna Finocchiaro, Donata Francescato, Rosetta Loy, Laura Morante, Claudia Mori. Anche una suora, come suor Eugenia Bonetti.
A difesa della dignità delle donne, una successione di iniziative, nei giorni a venire, confluiranno nella data resa nota: il 2 febbraio a Roma si riunisce l’associazione Articolo 21 per promuovere una manifestazione in piazza che unisce sia l’opposizione che Fli. Il 5 febbraio tocca a Libertà e Giustizia chiedere le dimissioni del premier: previsti al Palarsharp di Milano Umberto Eco e Roberto Saviano. Il 6 febbraio, invece, sarà il Popolo Viola a proporre una marcia ad Arcore: “Andiamo sotto casa di Berlusconi a pretendere le dimissioni. Speravamo in un programma politico di Governo che non fosse rintanarsi in un postribolo con papponi e prostitute..”.

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