Processo breve. La destra approva l’ennesima legge-vergogna

La Camera ha approvato con 314 voti favorevoli e 296 contrari la legge che impedisce il processo e l’eventuale condanna di Silvio Berlusconi. Idv: “Una delle pagine più nere della storia parlamentare italiana”. Prosegue la protesta del Popolo viola a Montecitorio

ROMA – Nulla del genere si era mai visto in 63 anni di vita parlamentare italiana. Deputati e Governo al gran completo sono assediati alla Camera, con il “Popolo viola” riunito in permanenza a piazza Montecitorio, per approvare una legge esclusivamente finalizzata a salvare le terga di Silvio Berlusconi per i suoi processi in corso. La maggioranza dei gerarchi berlusconiani è così impegnata nella sessione parlamentare più importante per il magnate di Arcore non per approvare norme a difesa dei lavoratori, dei disoccupati, dei consumatori, norme per rivitalizzare l’economia produttiva, per riformare realmente la giustizia ed altri settori in crisi, ma esclusivamente per regalare l’impunità penale al presidente del Consiglio e poter affermare, come fanno sempre, nei talk-show futuri che il loro capo è stato sempre “assolto” in tutti i processi celebrati contro di lui. La votazione conclusiva è prevista per questa sera alle 20.30.

PASSA LA PRESCRIZIONE BREVE. Con l’opposizione strenuamente impegnata in quel poco di ostruzionismo che gli attuali regolamenti parlamentari consentono, l’articolo 3 del provvedimento è stato approvato. È il cuore della legge per salvare il premier. L’articolo 3 era stato emendato per iniziativa di Maurizio Paniz, il “nuovo” cervello giuridico di corte ad Arcore e prevede, per i soggetti incensurati e in assenza di una sentenza di primo grado, la diminuzione della prescrizione che passa da un quarto ad un sesto della pena prevista dalla norma. Sono esclusi dalla previsione i reati di grave allarme sociale, fra i quali il terrorismo e i reati di stampo mafioso. Vi rientrano un gran numero di reati, anche molto gravi, per i quali il provvedimento costituirà un premio a beneficio dei colpevoli. La logica del provvedimento è la seguente: visto che ogni anno in Italia “muoiono” oltre 150 mila processi, colpiti da prescrizione, è necessario incrementarne il numero, dando maggiore forza a questo strumento salva-ladri. Questo è il modello di “processo europeo” spacciato dalla destra.

INIZIO PENA MAI. “La prescrizione che opera durante il processo non esiste in alcun Paese al mondo” afferma Giuseppe Cascini, segretario del sindacato dei magistrati (Anm) ed aggiunge: “In Italia ci sono ci sono 150mila persone accusate di reato che vanno libere senza sapere se sono colpevoli o innocenti. Finché la prescrizione sarà così breve le parti avranno tutto l’interesse a far durare il processo il più possibile”. Fra i reati con una pena inferiore ai sei anni, ai quali si applicheranno i nuovi termini di prescrizione, ci sono quelli fiscali (evasione) e la corruzione, vale a dire una tipologia di comportamenti antigiuridici fra i più diffusi nel nostro Paese, per i quali l’attuale governo offre una protezione speciale. Si deve anche aggiungere, come sottolinea sempre Giuseppe Cascini, che proprio l’esistenza di una prescrizione così concepita è la causa di se stessa, nel senso che gli accusati e i loro avvocati sono incentivati a tirarla per le lunghe e a frapporre motivazioni strumentali con il solo scopo di allungare il processo per poterlo fulminare con i termini prescrizionali.

FRANCHI TIRATORI. Su un emendamento proposto dall’Idv, finalizzato a correggere alcune parti dell’articolo 3, il Partito democratico aveva chiesto ed ottenuto lo scrutinio segreto. Paradossalmente, la maggioranza ha incassato sei voti in più rispetto alle precedenti tornate, il che significa la presenza di “franchi tiratori” nell’opposizione. Segno che le sirene berlusconiane che annunciano un futuro senza più carcere per i corrotti attirano più di un membro delle opposizioni.

ADDIO PROCESSO MILLS. Le norme in via di approvazione da parte della Camera impediranno la prosecuzione del processo Mills, quello più pericoloso per il premier, dato che l’avvocato inglese, reo-confesso e condannato in via definitiva, era stato riconosciuto colpevole di corruzione nell’interesse di Silvio Berlusconi (che era stato indicato dai giudici come il “corruttore”). I giudici milanesi avrebbero potuto utilizzare come prove le risultanze processuali di quel dibattimento (ma il Senato sta per approvare la legge che impedirà in futuro di utilizzare le prove di altro processo in un altro dibattimento ed anche questa sarà l’ennesima legge ad personam).

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