Siria: 9 morti. L’Europa vara restrizioni ma nella lista manca il presidente Al-Assad

DAMASCO – La protesta siriana non ha sosta. A Homs alcuni attivisti per i diritti umani hanno denunciato la morte di 9 persone e il ferimento di una decina nella sola giornata di oggi. La gente scende in piazza, per le strade, si da appuntamento sui social network. E nemmeno la forza dell’esercito è capace di bloccare questa folla di esseri umani che chiede più democrazia. Le forze di sicurezza sono entrate ieri a Jasem, un piccolo paese vicino Daraa. Fonti locali parlano di 3 persone uccise, razzie e saccheggi. Video mostrano soldati siriani appostati su tetti delle scuole.

Secondo quanto riportato dal gruppo Rivoluzione siriana 2011 la città di Homs si è svegliata sotto il suono di bombardamenti e artiglieria pesante questa mattina. Assediato anche il quartiere residenziale di Bab Amro. Fuoco pesante è stato avvertito nelle città meridionali di Inkhel, Jassem, Namr e Al-Harra. La notte scorsa forze di sicurezza siriane hanno rilasciato 300 persone detenute nella città costiera di Baniyas e ripristinato servizi di base, ma 200 persone sono ancora detenute e carri armati restano dispiegati nella città. Proteste ci sono state anche a Damascus, Talbiseh, Qamishli, Marat Naman, Kafar Nabil and Sheikh Miskee.
È da metà marzo che la Siria è in vento di guerra civile. Da allora, secondo gli attivisti, ci sarebbero stati 750 civili uccisi. Ma anche fra i militari non mancano i morti. L’agenzia governativa Sana parla di altri due soldati siriani caduti e altri cinque rimasti feriti “negli scontri con bande armate a Homs e Daraa”. Si tratta del tenente Safouk Khakefa e il sergente Ahmad al-Husse. “Un certo numero di terroristi sono stati uccisi e feriti”, ha aggiunto la fonte.

L’Ue apre al vaglio nuove sanzioni verso la Siria. Ad annunciarlo è Catherine Ashton, responsabile della politica estera europea. “Abbiamo cominciato con le tredici persone direttamente implicate nelle repressioni, ma vi assicuro che sono determinata ad esercitare la massima pressione possibile sulla Siria”. Fra questi 13 non figura il nome di Al-Assad. Fatto, che per la Ashton, è dipeso da alcune divisioni in seno ai 27 Stati membri. “In Consiglio sono emerse posizioni nette, non posso dire chi abbia detto sì o no, ma sono state posizioni molto nette. Per ora abbiamo cominciato così, ma in settimana torneremo su questa questione”. Il provvedimento, che prevede il congelamento dei beni e il divieto di visto, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ed è entrato immediatamente in vigore. Per ora della famiglia di Al-Assad è solo il fratello minore del presidente Maher Al-Assad, a subire direttamente le sanzioni europee. Capo della quarta divisione dell’esercito, membro del comando centrale del Baath, uomo di punta della guardia repubblicana. È considerato principale responsabile della repressione dei manifestanti.
La lista comprende Ali Mamlouk, capo dei servizi d’informazione siriani dal 2005; coinvolto nella repressione dei manifestanti. Mohammad Ibrahim Al-Chaar, ministro dell’Interno; coinvolto nella repressione dei manifestanti. Atef Najib, ex responsabile della sicurezza politica a Deraa; coinvolto nella repressione dei manifestanti. Hafez Makhlouf, colonnello a capo di un’unità presso i servizi d’informazione generali (General Intelligence Directorate Damascus Branch); persona vicina a Maher al-Assad; coinvolto nella repressione dei manifestanti. Mohammed Dib Zeitoun, capo della sicurezza politica; coinvolto nella repressione dei manifestanti. Amjad Al-Abbas, capo della sicurezza politica a Banyas, coinvolto nella repressione dei manifestanti a Baida. Rami Makhlouf, uomo d’affari siriano. Associato a Maher Al-Assad; finanzia il regime che permette la repressione dei manifestanti. Abd Al-Fatah Qudsiyah, capo dell’intelligence militare siriana e, in quanto tale, coinvolto nella repressione della popolazione civile. Jamil Hassan, capo dell’intelligence dell’aeronautica militare siriana e, in quanto tale, coinvolto nella repressione della popolazione civile. Rustum Ghazali, capo della sezione dell’intelligence militare siriana della zona rurale di Damasco e, in quanto tale, coinvolto nella repressione della popolazione civile. Fawwaz Al-Assad, coinvolto nella repressione della popolazione civile in quanto membro della milizia Shabiha. Mundir Al-Assad, coinvolto nella repressione della popolazione civile in quanto membro della milizia Shabiha.

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