Pompei, ennesimo suicidio: una condizione sociale non più sostenibile?

ROMA – Ancora un episodio di suicidio. Questo pomeriggio a Pompei, Arcangelo Arpino, imprenditore 63enne, si è sparato con una pistola calibro 7,65 regolarmente denunciata, nel piazzale del parcheggio di un Santuario.

Il decesso è avvenuto poco dopo nell’ospedale di Castellammare di Stabia. Vorremo fermarci qui, perché è già rilevante il fatto che un’altra vita sia scomparsa. Da quel che è dato sapere ha lasciato due lettere, in una delle quali si rivolge alla Madonna scusandosi per il gesto compiuto e pregandola di aiutare la famiglia, e nell’altra rivolge accuse ad Equitalia per le diverse cartelle esattoriali inviate. In quest’ultima parla anche di un altro episodio che riguarda ancora l’Ente di riscossione collegandolo ad un commercialista con il quale probabilmente lo stesso imprenditore aveva avuto un rapporto di lavoro. Sono particolari da chiarire ovviamente, sui quali gli investigatori stanno svolgendo indagini, ma che tuttavia riportano l’attenzione al dramma sociale che sta allargandosi a macchia d’olio e in forme assolutamente devastanti. Le accuse incominciano a levarsi da più di una parte. Abbiamo visto le reazioni dello stesso Pdl e di Berlusconi dopo le parole pronunciate da Monti nel corso di un dibattito a Roma nei giorni scorsi. Il Premier ha poi voluto precisare che non si riferiva ai suicidi dei quali, afferma “non mi permetterei di parlare in un contesto come questo”, ma di “conseguenze umane”, sottolineando che “non mi si era riferito a nessun particolare governo”.

 

Resta il fatto che c’è un disgregamento sociale che getta nello sconforto tantissime persone e non può essere sottovalutato. L’Ente di riscossione dello stato, Equitalia, è nel mirino di molti. Perché, ci chiediamo, non deve essere fatta chiarezza sull’operato di questo? Nessuna accusa ma la situazione non può che richiedere un tempestivo intervento al fine di far luce sulla regolarità del lavoro fatto in questo ambito. La situazione ci consegna un quadro di ampio e diffuso disagio, spesso collegandolo proprio alla stessa Equitalia. A denunciarlo apertamente è lo stesso Gigi Bonfanti, segretario generale della Fnp-Cisl che non si fa scrupoli ad affermare come sia “assolutamente inconcepibile ciò che Equitalia ha fatto ai danni di alcuni cittadini di Catanzaro che si sono ritrovati con pensioni e paghe improvvisamente pignorate”. Nella nota diffusa alle agenzie Bonfanti prosegue puntando il dito sul fatto che “Non è possibile che un pensionato o un lavoratore, sulla base di una decisione assolutamente arbitraria, si possa ritrovare improvvisamente privato di quella che, a volte, rappresenta l’unica fonte di sostentamento senza poter in alcun modo difendersi; una norma che presenta carattere di dubbia costituzionalità, in merito alla quale chiediamo si faccia chiarezza”.

Può dirsi dunque estraneo a tutto questo, un governo che fin dall’inizio del suo mandato ha puntato prevalentemente sull’etica del rigore? La stessa Fornero ammette la durezza dei provvedimenti presi specificando che era però impossibile fare diversamente. Come dire, “assumete questo farmaco se volete salvarvi la vita, malgrado dia effetti collaterali che rischiano di portarvi conseguenze gravissime”. Forse è ora che si capisca che siamo Persone, e in quanto tali viviamo molto del riflesso che ci viene dall’esterno che in questo caso potremo identificare nella società regolata attraverso leggi e provvedimenti sempre più restrittivi. Il rispetto per la vita umana, ultimo ma non per importanza il caso dell’imprenditore di Napoli suicidatosi questo pomeriggio, ci impone di vedere oltre la notizia di cronaca. Lo stato sociale sta andando incontro ad una vera e propria dissoluzione, dando ragione al premio Nobel per l’economia Paul Krugman, che insieme  ad altri suoi illustri colleghi hanno lanciato recentemente un appello allo stesso Obama. E’ proprio in questo contesto di sgretolamento dello stato sociale che finisce l’aspettativa e la tutela dei diritti del Cittadino. Primo tra tutti quello di vivere una vita “possibile”!

In una nota rilasciata lo scorso Martedì, il premier Monti affermava che “Le sofferenze economiche e sociali che derivano da questa crisi sono grandi, sono visibili, sono evidenti anche se si sono accompagnate finora ad un grande senso di responsabilità dei cittadini nel capire e devo dire di gran parte delle forze politiche nello spiegare. Il governo si adopera per immaginare ogni tipo di temperamento delle conseguenze sociali della crisi. Deve anche chiedersi, e questa è la cosa che dà più pena a chi deve riflettere e prendere la decisione, se un ampio e immediato rilascio della pressione al risanamento non finirebbe per comportare, sull’arco di un tempo un po più lungo, conseguenze umane ancora più grandi”.
Meglio 100 morti oggi che 2000 domani? Forse sarebbe meglio che l’uomo di ghiaccio, l’ex rettore della Bocconi, chiamato a gran voce da chi ha politicamente fallito il proprio compito durante questi ultimi 15 anni, provasse a darsi qualche risposta anche questa sera. Dopo l’ennesima, atroce fine, di una Persona che lascia la propria Famiglia nel dolore e nello sconcerto.

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