Grasso: “Nessun dialogo con chi ci insulta”

PALERMO – «Dobbiamo tendere all’accertamento della verità a ogni costo, anche se la verità processuale non è quella assoluta, ma quella che si può trovare». Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso al suo arrivo al porto di Palermo, dopo la traversata da Civitavecchia con la nave della legalità, per il 19esimo anniversario della strage di Capaci. «Ci sono tentativi di delegittimare la magistratura – ha aggiunto – ma noi dobbiamo rispondere con il nostro lavoro e non dobbiamo accettare la rissa». «Ogni anno è un’esperienza sempre più bella – ha osservato Grasso commentando la presenza di migliaia di studenti – siamo qui per testimoniare il nostro impegno e far sì che i ragazzi possano lavorare nella loro terra. Finchè avremo le forze, continueremo sempre». Accanto a lui sul palco che ha accolto gli studenti, allestito sulla banchina del porto di Palermo, anche Antonello Montante, delegato nazionale di Confindustria per la legalità, l’imprenditore Vincenzo Conticello, l’ex pm Giuseppe Ayala e Maria Falcone, visibilmente emozionata. «Nonostante gli anni passino, ogni volta e» un’emozione nuova e fortissima«, ha detto. »Su questi giovani rimane il seme di Giovanni e Paolo e questo ci dà molta fiducia«, ha dichiarato Ayala.

Ma la stoccata è arrivata dal procuratore antimafia quando Giovanni Minoli gli ha chiesto di fare una battuta per stemperare la contrapposizione fra giudici e governo. Grasso ha detto: «Come è possibile dialogare con chi ti prende a schiaffi, con chi chiama i magistrati matti, cancro, golpisti?».

In un acceso botta e risposta fuori programma, Grasso ha contestato la definizione della «riforma della giustizia» data al pacchetto legislativo approvato dal governo: «qui si parla di riforma del rapporto tra Magistratura e politica e non di riforma della giustizia». «I magistrati – ha aggiunto il procuratore – chiedono solo un processo rapido e vogliono che le vittime vedano riconosciute le loro ragioni in un contesto come il nostro è difficile smorzare le tensioni». Il guardasigilli ha risposto al procuratore citando un’intervista rilasciata da Giovanni Falcone in cui il magistrato ribadiva l’importanza della separazione delle carriere tra i magistrati. Citazione a cui Grasso ha obiettato: «La Magistratura non può essere autonoma se le si toglie la direzione delle indagini». Per smorzare i toni il giornalista Minoli ha chiesto ai due partecipanti di citare una qualità l’uno dell’altro. Secondo Alfano «il procuratore è un uomo delle istituzioni che non fa sconto al governo». Grasso, ha invece dato atto al ministro di avere seguito l’input degli investigatori sull’importanza dei patrimoni mafiosi.

Condividi sui social

Articoli correlati

Università

Poesia

Note fuori le righe