Amjad Baiazy. Intervista esclusiva. Parte una petizione sul web per la sua liberazione

LONDRA – È stato arrestato dalle autorità siriane, senza nessuna accusa formale, all’aeroporto di Damasco, il 12 maggio scorso, mentre stava per imbarcarsi per Londra. Da quel momento del giovane attivista per i diritti umani Amjad Baiazy, siriano ma residente in Gran Bretagna, si sono perse le tracce. Oggi compie 30 anni, ma li festeggerà in cella.

“Siamo preoccupati che possa essere sottoposto a torture e chiediamo un appoggio internazionale per chiederne la liberazione”. Così gli amici commentano il lancio della petizione online ‘Free Amjad Baiazy’. Ne parliamo con Anteo Picello, il referente per l’Italia.

Anteo, chi è Amjad Baiazy?    
Amjad Baiazy è un ragazzo intelligente e per bene, che ha sempre saputo farsi apprezzare. Basta guardare il suo curriculum: laurea con ottimi voti in letteratura inglese all’Università di Damasco, borsa di studio Chevening, ammissione a studi universitari post-graduate alla City University di Londra e contestuale ammissione al Goodenough College. Oggi Amjad Baiazy è consulente, specializzato in materia di protezione ambientale e relazioni di genere, con una profonda comprensione delle dinamiche interculturali. Inoltre, si è sempre impegnato per la difesa dei diritti umani, facendo anche il volontario per Medici Senza Frontiere, la più grande organizzazione umanitaria indipendente di soccorso medico.

Come l’hai conosciuto?
Amjad è un mio amico, che ho avuto la fortuna di conoscere quando entrambi eravamo studenti a Londra ed anch’io risiedevo al Goodenough College, dove lui è ancor’oggi residente. E’ un ragazzo sempre sorridente, sempre positivo, pieno di energia positiva, spesso contagiosa. Ad esempio, nel periodo di esami, in cui tutti gli studenti sono tesi e stressati, capitava spesso che Amjad, Rawia (ndr. un’altra amica di Amjad coinvolta nella campagna ‘Free Amjad Baizy’) ed io ci incrociassimo casualmente in biblioteca negli orari più improbabili, a tarda sera o al mattino prestissimo. Anche in quei momenti, Amjad era sempre sorridente, sempre pronto a scherzare, e riusciva a farci sorridere tutti. Sono orgoglioso e grato della sua amicizia.

Amjad è un ragazzo impegnato nel sociale e attento ai diritti umani, qual è il suo rapporto con la Siria?
Innamorato del suo paese, la Siria, di cui spesso mi raccontava le magnificenze, Amjad si è sempre impegnato molto per capire (e spiegare) le differenze culturali tra i paesi che noi chiamiamo del Medio-Oriente e l’Europa. Viaggiava ed era molto interessato al dialogo con l’altro, a capire e farsi capire, con il sogno di poter costruire “bridges of understadning” – dei veri ponti di comprensione e comunicazione culturale – tra i giovani in Siria, Medio Oriente ed Europa.

Cosa gli è successo in Siria?
Tecnicamente, Amjad è stato arrestato mentre era all’aeroporto internazionale di Damasco e stava per imbarcarsi in un volo per tornare a Londra, dove come detto vive da anni. Era la mattina di giovedì 12 maggio. Al momento dell’arresto – effettuato senza nessuna accusa – Amjad ha potuto fare solo una brevissima telefonata per avvisare che lo stavano arrestando e che lo avrebbero portato in una destinazione ignota. Da quel momento si sono completamente perse le sue tracce. I servizi di sicurezza avevano detto che sarebbe stato detenuto solo tre giorni.

Da quanto tempo non avete più notizie?
Ormai son passati 17 giorni, e nessuno ha potuto parlargli o fargli visita. E’ drammatico pensare che ora sia in un carcere, rinchiuso da 17 giorni, senza poter vedere o sentire nessuno, senza nessuna accusa formale. All’inizio ero incredulo, poi angosciato, e successivamente sentimenti come rabbia e sconforto si sono mischiati in un cocktail che, grazie al prezioso confronto con altri amici, ha portato all’iniziativa Free Amjad Baiazy.

Amjad è celiaco, siete preoccupati per le sue condizioni di salute?
Sì, siamo molto preoccupati, perché Amjad ha bisogno di seguire una rigorosa dieta senza glutine. Non osservando questa dieta le sue condizioni di salute peggioreranno gravemente. Abbiamo seri dubbi che le sue esigenze dietetiche siano rispettate durante la sua detenzione. E’ uno degli aspetti più drammatici della vicenda. Per una persona per bene, per un bravo ragazzo, esser rinchiuso in carcere è un dramma a prescindere, perché si viene catapultati in un contesto profondamente distruttivo. Conosciamo più o meno la situazione tragica delle carceri italiane, non oso pensare a quale possa essere la situazione nelle carceri in Siria. E mi fa sinceramente arrabbiare il pensiero che tutto questo stia avvenendo per mano di quel paese che lui ha sempre rappresentato con orgoglio. Poi, quando tutto questo accade ad un ragazzo come Amjad, che ha bisogno di seguire una dieta complessa (la maggior parte dei nostri alimenti contiene glutine), è davvero allarmante. Purtroppo possiamo solo sperare sinceramente che, nonostante tutto, in carcere abbiano compreso le necessità di Amjad.

Vi siete organizzati con un gruppo su facebook, hashtag (#FreeAmjad, #AmjadBaiazy) su twitter e una petizione online. Qualcosa si sta muovendo?
Sì. Come dicevo, Amjad si sforzava di creare comprensione tra le diverse culture, con una particolare attenzione ai diritti umani, ed era bravissimo a costruire quei “ponti” di dialogo, e quindi oggi Amjad è circondato da amici in diverse parti del mondo.
Tramite internet questi amici sparsi per il mondo si sono potuti ‘incontrare’, per esprimere insieme la loro preoccupazione e comunicare le loro paure. In pochi giorni siamo arrivati ad avere migliaia di supporters della pagina face book Free Amjad Baiazy e, cosa più importante, abbiamo già raccolto diverse centinaia di firme per la petizione online Free Amjad Baiazy. Anche Amnesty International ha sposato la causa, ed hanno attivato anche una loro iniziativa. Sicuramente stiamo ottenendo riscontri importanti alla nostra iniziativa, ma il problema è il tempo: tenendo conto le condizioni di salute di Amjad, è fondamentale che le Autorità Siriane capiscano nel più breve tempo possibile che Amjad è un bravo ragazzo, di cui la Siria dovrebbe esser orgogliosa.

Chi vuole dare un suo contributo per la liberazione di Amjad cosa deve fare?
Oggi Amjad compie 30 anni, è il suo compleanno. A chi vuole aiutare Amjad, oppure vuole aiutare noi ad aiutarlo, chiedo di andare sulla pagina facebook Free Amjad Baiazy, e di indicare che gli “piace” quella pagina: in questo modo dimostra di condividere la nostra richiesta e, quando ci saranno novità, potrà leggerle.

Che mi dici della petizione…
La cosa più importante tuttavia è firmare la petizione online con cui si richiede il rilascio immediato di Amjad. Ci sono già più di 700 firme, ma siamo certi che molte altre firme arriveranno. Quindi, firmate, senza timore di indicare i vostri veri dati (la piattaforma è sicura, e possono comunque esser secretati). Altre informazioni sono disponibili sul comunicato stampa, predisposto in Inglese ma tradotto anche in Arabo, Francese, Tedesco ed Italiano.
Un’ultima cosa. Ho notato, tra gli italiani in generale ed in alcuni casi anche tra alcuni miei amici, una certa diffidenza a firmare in sostegno di una persona che non conoscono e che appartiene ad un mondo così diverso dal loro. Ecco, vorrei sottolineare che Amjad è una persona per bene, che merita il sostegno di tutti. E’ solo un ragazzo intelligente e simpaticissimo, che ora è nei guai, ed ha bisogno di aiuto.

Più info

La petizione

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