Oms. Il misterioso batterio killer è sconosciuto. 18 morti, 2.500 contagiati

ROMA – L’epidemia provocata dal batterio Escherichia Coli che ha colpito diversi Paesi europei, in primis la Germania, è stata generata da un ceppo mai rilevato prima.

A riferirlo è l’OMS, l’Organizzazione mondiale della sanità, spiegando che si tratta di una forma mutante capace di produrre maggiori tossine. Secondo esperti cinesi, la variante  è nuova e sarebbe altamente tossica. Il ceppo del batterio è stato identificato anche dal Centro europeo per la prevenzione delle malattie (Ecdc). Al momento si sono registrati sette nuovi casi in Gran Bretagna, una morte sospetta in Francia, 18 decessi, 17 dei quali avvenuti in Germania, l’ultima un’anziana donna di 81 anni spirata in un ospedale di Amburgo, città che ha registrato altri due decessi per la misteriosa infezione.  Ma non è tutto. Secondo l’Oms i contagi avrebbero colpito 2.500 persone. Insomma una vera e propria epidemia, la cui origine resta avvolta nel mistero, almeno per il momento.

Intanto scoppiano le polemiche sulla vicenda.  L’Italia, ad esempio,  esporta in Russia ortaggi e legumi per 4,4 milioni di euro messi ora a rischio per effetto dell’assurdo divieto imposto all’import di verdure da tutti i Paesi dell’Ue, a seguito dell’epidemia causata dal famigerato batterio. Almeno questo è quanto ha denunciato  la Coldiretti, la quale  parla di un  allarmismo ingiustificato creato attorno ai cetrioli, che ha già provocato  una psicosi in tutta Europa che ha colpito le esportazioni nazionali di ortofrutta, con perdite di 20 milioni in una settimana.

Ma se la Coldiretti guarda alle perdite economiche, la Russia non vuole rischiare e punta il dito contro la politica delle istituzioni, tant’è che vieta l’importazione di verdure e ortaggi freschi da tutti i Paesi dell’Unione europea. “La decisione – ha specificato il capo dell’Agenzia russa di difesa dei consumatori – avrà  effetto da subito, e tutte le verdure già importate dalla Ue saranno sequestrate in Russia”. “Questa vicenda – ha aggiunto l’agenzia – è la prova che la tanto lodata legislazione sanitaria europea, che hanno cercato di far seguire alla Russia, non funziona. Non penso che i colleghi europei non siano professionali, ma la legislazione è politicizzata”.
Nel frattempo la Spagna è sempre più decisa a chiedere alle autorità  competenti autorità europee, in particolare al ministro della sanità tedesco i risarcimenti per le accuse infondate sui cetrioli iberici imputati di veicolare il batterio killer.
Lo ha annunciato il premier spagnolo Zapatero che ha criticato la Commissione Ue per la  lentezza nel reagire a questa emergenza. “Grazie alle analisi effetuate dalla nostra Agenzia per la sicurezza alimentare – ha detto il premier spagnolo -, è chiaro che non esiste la minima indicazione in base alla quale l’origine della grave epidemia risiederebbe in un prodotto spagnolo”.
Stessa azione ha adottato il Portogallo che intende chiedere  un indennizzo a Bruxelles per i danni subiti dai propri agricoltori per la psicosi provocata negli ultimi giorni in Europa sull’origine del batterio killer in Germania. Il ministro dell’agricoltura portoghese Antonio Serrano ha detto oggi che Lisbona ha inviato un rapporto alla Commissione europea con cui chiede chiesto un risarcimento per i produttori. Secondo le organizzazioni agricole portoghesi il crollo delle vendite di verdure in Europa ha già causato un danno per circa due milioni di euro. “La Spagna è il paese più colpito – ha detto Serrano – ma anche il Portogallo è stato molto danneggiato”.

Nel frattempo il Ministro della Salute italiano Ferruccio Fazio tranquillizza l’Italia: “I risultati  dei laboratori di Milano e Bologna – dice il ministro riferendosi i ai test effettuati sui cetrioli sequestrati in Italia – sembrano confermare le conclusioni delle autorità sanitarie di Amburgo.  In sostanza  la contaminazione che ha colpito i cittadini tedeschi e i turisti di altri Paesi europei che hanno soggiornato in Germania – ha spiegato Fazio – non deriverebbe dai cetrioli importati dalla Spagna, ma da altre cause ancora sconosciute presenti in Germania”.

Condividi sui social

Articoli correlati

Università

Poesia

Note fuori le righe