In Libia è allarme umanitario. Gheddafi tenta la trattativa

ULTIMORA – Gheddafi sarebbe pronto ad affidare al figlio Saadi l’incarico di negoziare con i ribelli la formazione di un nuovo governo di transizione. E’ quanto ha affermato il portavoce del raìs, Moussa Ibrahim, in una telefonata all’agenzia Associated Press. Ibrahim ha anche precisato che il Colonnello è in Libia e di averlo visto l’ultima volta venerdì scorso.

In Libia è allarme umanitario. Liberati tre italiani.  Cercasi Gheddafi disperatamente

È dallo scorso giugno che Gheddafi non appare più in pubblico, di lui nelle ultime ore si sono perse le tracce. Alcuni filmati audio e nient’altro. Secondo l’agenzia di stampa egiziana Mena, citando fonti ribelli, sarebbe stato avvistato un convoglio di sei Mercedes blindate al confine tra Libia e Algeria. Ma un alto responsabile della regione frontaliera algerina dichiara “poco probabile, se non impossibile, che un convoglio di Mercedes abbia potuto entrare in Algeria in maniera discreta, senza che gli abitanti di questa regione poco popolata lo vedessero”. E anche il capo dell’NTC (Consiglio Nazionale di Transizione) Mustafà Abdel Jalil afferma che la fuga di Gheddafi “non è stata confermata”.

Gheddafi, ricercato e con una taglia per svariati milioni di euro sulla testa, sarebbe stato avvistato nella città di Ghadamis, vicino alla frontiera con l’Algeria, venerdì scortato da un da un commando armato di nomadi del deserto. L’Algeria resta uno di quei paesi che non ha mai chiesto al colonnello di lasciare il potere e non ha ancora riconosciuto il Consiglio nazionale di transizione libico, fin quando non sarà certa che la Libia combatterà l’ala di Al Qaeda nel nord Africa.  Secondo Sky news i ribelli libici hanno conquistato la città di Bin Jawad, a un centinaio di chilometri da Sirte, città natale di Gheddafi. E per molti lealisti il leader libico sarebbe ancora lì.

Liberi i tre italiani detenuti da un mese nelle carceri libiche
Sono stati liberati, in circostanze ancora da chiarire, i tre italiani detenuti nel carcere di Abu Salim che da settimane si erano perse le tracce. Si tratta di Antonio Cataldo, 27 anni, di Chiusano di San Domenico (Avellino), Luca Boero, 42 anni, di Genova, e Vittorio Carella, 42 anni, di Peschiera Borromeo (Milano). I tre hanno raccontato di essere stati liberati dai ribelli dopo che le forze lealiste fedeli al colonnello Gheddafi li avevano imprigionati. Sono giunti all’hotel Corinthya, dove risiedono i reporter, nella serata di ieri. Secondo quanto dichiarato da alcune fonti diplomatiche i tre uomini hanno trascorso un mese nel carcere libico, a Tripoli, in condizioni definite “molto dure” e sono stati liberati solo fra domenica e lunedì scorsi dalle forze ribelli.

A fare chiarezza su voci che li descrivevano come mercenari o “contractor” è uno Luca Boero. In un’intervista a corriere tv smentisce: “Diciamo subito una cosa, le notizie che ci hanno detto che stanno circolando e che sono apparse rischiano di metterci in pericolo e non sono state divulgate chiaramente. L’unica cosa che vi possiamo dire è che siamo stati presi in Tunisia dove avevamo un incontro e da quel momento siamo stati consegnati alle forze di polizia del colonnello Gheddafi”. Ulteriori chiarimenti per ora sono stati rimandati al loro arrivo in Italia. I tre dovrebbero imbarcarsi su una nave in giornata insieme ai quattro giornalisti italiani rapiti qualche giorno fa.

Libia nel caos
La situazione in Libia è davvero drammatica. Si combatte ovunque e scarseggiano medicinali e beni di prima necessità. La Gran Bretagna è disposta a dare 3.4 milioni di euro in aiuti umanitari in Libia, ad annunciarlo è il ministro britannico per l’aiuto allo sviluppo, Andrew Mitchell. Il Regno Unito fornirà medicine e cibo attraverso il Comitato internazionale della Croce Rossa. Aiuterà anche a riunire le famiglie separate durante i combattimenti tra i ribelli e le forze fedeli al colonnello. Mitchell ha poi confermato che il paese fornirà medicine per 5.000 feriti e cibo e generi di prima necessità per oltre 600.000 libici. La Gran Bretagna chiederà l’autorizzazione delle Nazioni Unite per liberare almeno £ 1.000 milioni (1.860 milioni di dinari libici) dei beni congelati della banca centrale della Libia. Secondo Londra, i soldi potrebbero essere utilizzati per pagare gli stipendi e comprare cibo e medicine.

Condividi sui social

Articoli correlati

Università

Poesia

Note fuori le righe