Ddl anticorruzione. 2013 o 2018? A quando l’incandidabilità dei condannati?

ROMA – L’aula di Montecitorio si è espressa sui tre articoli che compongono il ddl anticorruzione. Prima è passato l’articolo 10 sull’incandidabilità dei condannati e poi quello sull’articolo 13 che prevede alcune modifiche al codice penale.

Manca ancora il voto per l’articolo 14, previsto per domani, il quale – se passa – determinerà, come  l’inasprimento delle pene per il reato di corruzione tra privati.
La domanda che tutti si sono posti, una volta approvato definitivamente il ddl, è se già dalle prossime elezioni politiche chi ha già subito una condanna non potrà essere eletto. Il testo, infatti, stabilisce che il Governo è delegato ad adottare un decreto legislativo recante un testo unico della normativa in materia di incandidabilità alla carica di membro del Parlamento europeo, di deputato e di senatore della Repubblica, oltre che per qualsiasi altra carica elettiva di enti regionali o locali, e per le cariche di presidente e di componente del consiglio di amministrazione dei consorzi, aziende speciali e comunità montane entro un anno.

Tuttavia, Fli che si è astenuto al voto e l’Idv polemizzano aspramente tirando sostenendo che il ddl verrà adottato solo nel 2018, ovvero nell’anno in cui si tornerà alle politiche.
Contrariamente, il ministro della Giustizia, Paola Severino, ha assicurato il contrario mostrandosi ottimista sulla possibilità che il governo eserciti prima delle elezioni del 2013 la delega sull’incandidabilità dei condannati per reati gravi, prevista dal ddl anticorruzione. “La delega – ha precisato il ministro –  ha durata di un anno ed è il limite massimo entro cui agire. Ma perchè dobbiamo essere sempre pessimisti?”, ha tuonato Severino. E infine: “Se ci saranno le condizioni politiche e generali possiamo approvare la delega anche prima. Faremo di tutto per mantenere la promessa”.

E se il ministro Severino promette il suo collega della Pubblica amministrazione Filippo Patroni Griffi puntualizza: “Il governo è in grado di esercitare la delega a partire dal giorno successivo all’approvazione della legge e in questo modo i nuovi divieti sarebbero di immediata applicazione”. Il Guardasigilli ha altresì espresso piena soddisfazione perchè il ddl ha mantenuto la sua identità ed ha poi liquidato le critiche alla presunta norma salva-Penati: “Pensate davvero che sia questo che interessa agli italiani e non avere una buona legge?”.

Tuttavia, oltre alle passate polemiche sul Ddl, il nodo cruciale si concentra sull’incandidabilità dei condannati, norma che ha scatenato i malumori della maggioranza. Dall’opposizione, e dall’Italia dei valori in particolare che con la Lega ha votato tre ‘nò, è arrivato al governo il pressante invito ad agire subito sull’incandidabilità dei condannati. “Ci auguriamo si passi subito dalle parole ai fatti, anche se io sono scettico. Avete mai visto un tacchino che si fa la festa da solo per Natale?”, ha commentato Antonio Di Pietro.

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