Decreto sviluppo, forse. Un auspicio e niente più

ROMA – E stavolta il Governo non potrà nemmeno giocare la carta della fretta, della urgenza e della necessitata immediatezza della risposta.

Nel documento approvato oggi in Consiglio dei Ministri e che pomposamente dà inizio alla famosa “Fase Due”, che sblocca l’Italia e la fa ripartire sembra esserci davvero poco, male assortito e mal finanziato. Come sempre uno degli impegni riguarda la tristemente famosa autostrada Salerno-Reggio Calabria che entro il 2013 dovrebbe essere terminata. Ci mancava proprio. Si tratta di un testo molto lungo, complicato e contorto tanto che non si capisce bene quali sono, se ci sono, nuovi investimenti per creare occupazione. Le cifre ballano, ma spessi si tratta di auspici. Non ci pare che l’occupazione sia la preoccupazione principale del governo. Le forze politiche non si pronunciano prendono tempo. Il decreto  può essere considerato una traccia su cui lavorare. Difficile fare una sintesi, vediamo alcuni punti principali


Credito di imposta per nuove assunzioni, ma  solo 4 mila

Viene istituito un contributo in forma di credito d’imposta per le nuove assunzioni a tempo indeterminato di personale altamente qualificato, tale contributo è destinato alle aziende che assumono persone  in possesso di laurea magistrale a carattere tecnico o scientifico per poi impiegarle in attività di ricerca e sviluppo o persone in possesso di dottorato di ricerca, i dottorati potranno essere utilizzati senza vincoli sulle attività di impiego.

Una buona idea che però si scontra con le somme che vi sono destinate, appena “50 milioni di euro all’anno rinvenienti dalle risorse che provengono annualmente dalla riscossione delle tasse sui diritti brevettuali”.  Potrebbe favorire oltre 4 mila nuove assunzioni. Nella green economy si estende il campo di applicazione, non si mette un centesimo in più, L’occupazione non aumente.

 Veniamo alle misure a favore delle aziende edili.Il Governo dei professori ha dato veramente poco in termini di apporto, vengono infatti prorogate fino al 30 giugno 2013 le detrazioni di imposta, ma ridotte al 50 per cento, per le spese per interventi di riqualificazione energetica, mentre fino al 31 dicembre 2012 resta valida la detrazione pari al 55%.Viene inoltre “confermata ed estesa la disciplina degli incentivi fiscali per le spese di ristrutturazione edilizia. L’agevolazione favorisce gli interventi edilizi ordinari.La proposta prevede l’innalzamento, fino al 30 giugno 2013, delle soglie di detrazione IRPEF al 50% (attualmente è prevista al 36%) per lavori fino a 96 mila euro (attualmente fino a 48 mila euro), per favorire interventi di ristrutturazione edilizia”.Assolutamente inspiegabile invece la decisione con cui si favoriscono i costruttori; il ripristino dell’IVA per cessioni e locazioni di nuove costruzioni, consentendo alle  imprese di avvalersi della compensazione. E non può sfuggire il fatto che una impresa che costruisca e si tenga ‘sul groppone’ case invendute per cinque anni, soprattutto in un momento di crisi per le famiglie e di costante emergenza abitativa non possa essere oggetto di pratiche di favore. Esiste una alternativa ed è il mercato a suggerirla, abbassassero i prezzi di vendita.
Nel documento approvato sembra invece essere scomparsa, ma è bene non essere troppo ottimisti, la proposta di esentare dall’Imu i costruttori per tre anni dal termine  dei lavori di edificazione di immobili destinati alla vendita, speriamo bene.

Revisione della legge sul diritto fallimentare

Uno   stimolo all’economia è  centrato sulla “revisione della legge sul diritto fallimentare” in particolare per agevolare l’accesso delle imprese all’istituto del concordato preventivo, concedendo la possibilità di “depositare un ricorso contenente la mera domanda di concordato preventivo, senza la necessità di produrre contestualmente tutta la documentazione finora richiesta. Il debitore potrà così accedere immediatamente alle protezioni previste dalla legge fallimentare. L’obiettivo e’ quello di promuovere l’emersione anticipata della crisi.

Passera fiducioso. Dai bond 40-45 miliardi

Un ultimo punto rientrante inspiegabilmente tra le misure per “Sostenere la crescita delle imprese” è l’ulteriore, inspiegabile rinvio della entrata in operatività del SISTRI, il sistema di tracciabilità dei rifiuti, allo scopo di “consentire i necessari accertamenti sul funzionamento del sistema di tracciabilità dei rifiuti (SISTRI), vengono sospesi il termine di entrata in operatività del sistema per un massimo di 12 mesi e i conseguenti adempimenti delle imprese, ferma restando la disciplina di controllo preesistente.”   Per favorire gli investimenti in infrastrutture viene introdotto un trattamento fiscale agevolato per favorire l’emissione e il collocamento dei project bond. Il Ministro Passera è particolarmente fiducioso e ritiene che da questi bond arriveranno addirittura 40-45 miliardi di euro, in bocca al lupo.

Nasce l’ Agenzia per l’Italia digitale

Non poteva mancare l’istituzione di un organismo ad hoc cui attribuire le competenze in materia di digitale, è infatti “istituita l’Agenzia per l’Italia Digitale, alla quale vengono attribuite tutte le funzioni svolte finora da diversi enti – DigitPa, Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione, Dipartimento per la digitalizzazione della PA della Presidenza del Consiglio,” in materia di innovazione tecnologica.
Grossi risparmi e grossa efficienza, via tante poltrone ognuna con uno spicchio di competenza? Non è detto visto che gli enti preesistenti, lo prevede proprio la proposta dell’Esecutivo, “vengono soppressi o riorganizzati. Infine i cittadini saranno letteralmente subissati di informazioni, affogheranno in un mare di numeri, visto che “Dovranno obbligatoriamente essere pubblicati su Internet dati e informazioni relativi alle somme di danaro superiori a 1.000 euro erogate a qualsiasi titolo (forniture, consulenze, sovvenzioni, contributi e incentivi) dalla pubblica amministrazione o soggetto ad essa funzionalmente equiparato (concessionari di servizi pubblici o società a prevalente partecipazione o controllo pubblico) a imprese e altri soggetti economici”.

Giustizia.Un pacchetto di contraddizioni
Qui si trova probabilmente il pacchetto più contradditorio poiché da una parte si istituisce una ‘scrematura’ al diritto di accesso al processo di appello che ha un lieve odore di illegittimità costituzionale. Il funzionamento sarebbe quella di introdurre un filtro di inammissibilità incentrato su una prognosi di non ragionevole fondatezza del ricorso. Ad operare tale azione di filtraggio sarebbe lo stesso giudice dell’appello in via preliminare alla trattazione del ricorso.
Chi fa ricorso in appello dovrebbe attendere la decisione del giudice d’appello “in caso di prognosi negativa sulla fondatezza di merito dell’impugnazione, il giudice dichiara l’inammissibilità con ordinanza spogliandosi del gravame. Diversamente procede alla trattazione, senza adottare alcun provvedimento.”
Obbiettivo dell’intervento è quello di ‘selezionare’ “le impugnazioni meritevoli di essere trattate in appello, tenendo conto del fatto che attualmente nel 68% dei casi l’appello si conclude nei processi civili con la conferma del giudizio di primo grado”.Così da poter ottenere una riduzione dei tempi dei giudizi.Verranno  previsti “indennizzi predeterminati e calmierati (da 500 a 1500 per ogni anno di ritardo), termini di fase e complessivi prefissati (6 anni complessivi, di cui 3 per il primo grado, 2 per l’appello e 1 per la cassazione), nonché cause di non indennizzabilità riconducibili alla condotta non diligente, dilatoria o abusiva della parte.”

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