Sciopero Generale. Le adesioni arrivano da tutto il paese

ROMA- Le adesioni allo sciopero generale proclamato da tutto il sindacalismo conflittuale, non si sono mai fermate,  segno di come lo sciopero sia davvero un’esigenza sentita da tutti i settori del paese e non solo dal mondo del lavoro.

L’USB ha chiamato tutte le lavoratrici ed i lavoratori, i precari, i disoccupati, gli studenti e i pensionati a partecipare allo sciopero generale e alla giornata di mobilitazione di oggi. Estendendo l’invito anche a tutti i movimenti, alle forze sociali, a quelle sindacali conflittuali e alle formazioni politiche che in questi mesi hanno costruito opposizione nei confronti delle misure antipopolari adottate dal Governo Monti: la controriforma delle pensioni e del lavoro, l’aumento delle tasse e l’attacco ai salari e allo Stato Sociale.

I segnali  arrivati in queste ore da tutto il Paese confermano che lo sciopero è fatto anche da ampi settori che non sono compresi nella rappresentanza del sindacalismo di base e coinvolgono lavoratori, rappresentanti sindacali ed RSU anche della Cgil e della Fiom.

Le adesioni provengono da tutto il modo del lavoro, dai lavoratori del pubblico impiego a quelli di ISFOL, che da giorni occupano la sede, contro i tagli previsti alla ricerca, aderiscono anche i lavoratori dei trasporti pubblici, delle ferrovie, fino ad arrivare ai lavoratori del trasporto aereo che denunciano la grave situazione che interessa l’intero settore, colpito da anni di liberalizzazioni selvagge e far west contrattuale, confermata anche nelle recenti dichiarazioni del Presidente Enac, Vito Riggio. Uno scenario drammatico, che a partire dai vettori  coinvolge tutte le realtà del sedime aeroportuale, quali le società di handling e le aziende dell’indotto, con conseguenze pesantissime sui salari, sulle condizioni di lavoro e sulla stessa occupazione. Da anni chiediamo una politica sul trasporto aereo –spiega l’USB- per questa ragione abbiamo chiamato alla mobilitazione i lavoratori del settore.

Saranno in piazza anche i lavoratori del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, per contestare le direttive sulla spending review che prevede la chiusura di 17 Comandi Provinciali e di tantissimi distaccamenti periferici, nonché la revisione dei capitoli di bilancio che riguardano il soccorso: dalla manutenzione dei mezzi, ai carburanti, al divieto di acquisto di nuovi mezzi di soccorso, tutti strumenti fondamentali per svolgere le attività quotidianamente richieste dalla popolazione.

Con queste direttive, oltre ad abbassarsi di molto il dispositivo di soccorso- spiegano i vigili del fuoco- vengono poste le basi per relegare il Corpo Nazionale a mera manovalanza; come peraltro viene previsto nella nuova proposta di modifica della Protezione Civile, che invece di porre i Vigili del Fuoco come struttura portante del soccorso assegna al governo la facoltà di decidere di volta in volta a quale suo rappresentante affidare il coordinamento delle emergenze.

Numerosi, anche gli appelli a sostegno allo sciopero  Dopo quello dei giuristi, promosso dal Forum Diritti/Lavoro, che ha visto fra i primi firmatari Giovanni Ferrara, Luigi Ferrajoli, e Alberto Lucarelli, e quello lanciato dall’Assemblea degli RSU ed RSA autoconvocati il 26 maggio, è ora la volta degli artisti, tra cui i musicisti Daniele Sepe e Enzo Gragnaniello, il regista di tanti film di impegno civile Beppe Ferrara,  ma anche giovani attori, come Giordano De Plano, o il Dj Prince Faster. Tutti sostengono lo sciopero generale dei oggi contro “l’ulteriore distruzione della dignità di tutti i lavoratori” dichiarando di voler essere “compagni di strada” di chi vi parteciperà.

Pieno sostegno dai delegati e le delegate che lo scorso 26 maggio si sono autoconvocati proprio per chiedere con forza lo sciopero generale e la costruzione di una piattaforma generale del lavoro contro “quella di padroni e governo”.

Riteniamo vergognoso –annunciano gli autoconvocati- che la direzione della Cgil abbia accettato, seguendo Cisl e Uil, la logica del DDL Fornero che toglierà l’art.18 e ammortizzatori sociali a milioni di lavoratrici e lavoratori precari e dipendenti. Così come riteniamo grave e incomprensibile che la Fiom, pur attaccando le manovre del governo Monti, non si spenda per la costruzione di un vasto fronte sociale contro le politiche di aggressione e distruzione dei diritti e delle tutele del lavoro insieme a tutte le componenti sindacali e di movimento conflittuali disponibili.
 
Il risultato è che il DDL Fornero sta per essere approvato nel silenzio quasi totale e le poche modifiche concesse non fanno che peggiorare gli effetti di questa controriforma che cancella di fatto l’art.18, concede ai padroni la mano libera sull’utilizzo dei contratti precari, sgrava le imprese dei costi degli ammortizzatori sociali scaricandoli sui giovani e sulle donne.

Secondo USB- le pluralità ed anche le diversità di posizioni arricchiscono le mobilitazioni e rendono possibile una forte risposta a chi crede di poter imporre a colpi di decreto e di fiducia in Parlamento la trasformazione sostanziale dei principi costituzionali del nostro Paese e la soppressione delle conquiste del mondo del lavoro.

Condividi sui social

Articoli correlati