Monti e il governo se le cercano. Dipendenti pubblici in campo

ROMA – Quando non sai a che santo rivolgerti per fare cassa ci sono sempre i pensionati e i dipendenti pubblici. I governi di Berlusconi da questo punto di vista, sono stati esemplari. Per quanto riguarda i pensionati hanno fatto leva su un argomento. Si vive di più si lavora di più.

Insieme  però  un pensierino strappacuore, alla De Amicis, rivolto al lavoro dei giovani. Si spende meno per le pensioni si investe di più per i giovani. Tutte balle, basta vedere quanti sono giovani disoccupati, i precari, coloro che non cercano più neppure un lavoro stanchi di non trovarlo, i cassa integrati. A pensionati, esodati, sodando ci ha già pensato Fonero. Spreme di più non si può. Altri tecnici altri tecnici,commercialisti, esperti in fallimenti  passano alla seconda categoria da spremere, appunto i pubblici dipendenti. Diventano loro i protagonisti, quelli da colpire con la spending review. Ogni giorno qualche giornale pubblica documenti riservati, indiscrezioni,dichiarazioni sui possibili risparmi, su  quanti licenziamenti si possono mettere in cantiere, torna la riduzione del 20% degli stipendi  quando arrivi a sessanta anni. Si dimentica per esempio che la contrattazione è bloccata da anni, che gli stipendi sono fermi da anni, che in questo grande settore operano figure professionali diverse l’una dall’altra. La mitica figura dell’uomo con le mezze maniche la ritroviamo solo in alcuni grande film. Indichiamo  a titolo di cronaca i comparti in cui sono divisi i dipendenti pubblici, genericamente noti come statali, sempre presi di mira anche troppo facilmente: agenzie fiscali, autonomie locali, con fra le altre, scuole,  polizia locale, consorzi industriali, vigili del fuoco, che non sono mezze maniche,aziende come i monopoli, la sanità pubblica e privata, i medici, la sicurezza con la polizia penitenziaria, i forestali, tanto per citare i comparti più noti. Di recente i sindacati hanno raggiunto un accordo, difficile e faticoso, con il governo e gli enti locali.

L’intesa raggiunta con il ministro Patroni Griffi –affermano  Rossana Dettori, Giovanni Faverin, Giovanni Torluccio e Benedetto Attili, rispettivamente segretari generali di Fp-Cgil, Fp-Cisl, Uil-Fpl e Uil-Pa.- “ permette  di affrontare la riorganizzazione delle Pubbliche Amministrazioni senza strappi e tenendo insieme le esigenze di bilancio con i diritti dei lavoratori, di operare cioè sul fronte dell’efficientamento e della modernizzazione senza adottare soluzioni tanto affrettate quanto semplicistiche”. Poi leggono il testo approvato dal consiglio dei ministri sulla spending  review, il Dpcm mai discusso con i sindacati e sobbalzano. . “Non vorremmo essere per l’ennesima volta di fronte a dei tagli lineari, a un prendere o lasciare. Sarebbe uno spot forse utile ad assecondare l’ingerenza e la ferocia dei mercati, ma deleterio per l’Italia e per gli italiani. Per riformare gli apparati dello Stato – concludono Dettori, Faverin, Torluccio e Attili – bisogna proseguire sulla strada del negoziato e gestire la riorganizzazione, senza ricercare ad ogni costo, come nella peggiore tradizione, il capro espiatorio da additare in pubblica piazza”. Insomma i sindacati avvertono che ancora una volta per far cassa si cerca di colpire nel mucchio . Prendono carta e penna, si diceva una volta, e scriovono al ministro con cui hanno siglato l’accordo ancora da completare. Dal canto suo Cgil, Cisl, Uil fanno proporia la vertenza, chiedono un incontrto urgenti a Monti. Si apre un nuovo fronte. Nuovo intervento dei sindacati di categoria “.

La politica degli annunci che questo governo sta perseguendo – dicono è inaccettabile perché non fa altro che produrre un clima di incertezza e di disagio crescente fra i lavoratori. Le misure che fino a questo momento sono state anticipate alla stampa, costituiscono un attacco alla dignità e al valore del lavoro pubblico e non contengono alcun piano complessivo di riforma. Si limitano a tagli e interventi che finirebbero per indebolire sensibilmente il sistema dei servizi pubblici e del welfare, con gravissime ripercussioni su dipendenti pubblici e cittadini.”

Ancora: L’atteggiamento ondivago e schizofrenico dei vari ministri è anche l’espressione della mancanza di coordinamento all’interno dell’esecutivo.  E di un metodo inammissibile di chiusura al dialogo con le parti sociali, sordo alle preoccupazioni che abbiamo più volte sottolineato. E’ ora che il governo esca allo scoperto. e mostri il reale contenuto dei provvedimenti che ha intenzione di adottare su pubblico impiego e spending review  e che apra un tavolo di confronto con i lavoratori, smettendo di sfuggire alle discussioni nel merito.”. Tutte le strutture sindacali sono mobilitate. Si annunciano che saranno messe in atto tutte le forme di mobilitazione. 
 


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