Dal Colle una lezione di stile e di democrazia

ROMA – Diceva Don Abbondio che “uno il coraggio non se lo può dare” ed aveva ragione. Allo stesso modo possiamo dire che “Gelmini la democrazia non se la può dare” perché proprio non rientra nel suo modo di essere. Nei due anni e mezzo durante i quali ha svolto il ruolo di ministro dell’istruzione pubblica, Mariastella Gelmini non ha partecipato ad un dibattito pubblico, ad un confronto dialettico con docenti e studenti, né ad una trasmissione televisiva dove spiegasse qual è la sua idea di scuola e di università in contraddittorio con coloro che di quella scuola e di quella università usufruiscono.

Mai. Su ordine di Giulio Tremonti ha tagliato enormi risorse all’istruzione pubblica, considerando che la scuola, così com’è, non vale nulla, nonostante la stessa abbia formato anche lei e l’abbia messa in condizione di diventare prima avvocato (superando l’esame di abilitazione a Reggio Calabria) e poi ministro della Repubblica, senza accettare mai l’ascolto di una sola parola da parte dei rappresentanti degli studenti, dei genitori, degli insegnanti. Suo affine, il plenipotenziario dell’economia, che soltanto qualche mese fa ha esclamato senza alcun pudore: “Abbiamo rivoltato il sistema delle pensioni senza subire un’ora di sciopero”.

Ecco perché il gesto del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, di ricevere una delegazione di studenti ieri al Quirinale per ascoltare le loro ragioni e per spiegare le proprie offre l’immagine di un tessuto di broccato che emerge dalla melma di una stalla. Una vera e propria lezione di democrazia, quella stessa che, ad esempio, in Germania impone alle associazioni degli imprenditori e allo stesso governo di non approvare riforme che riguardino qualsiasi soggetto (consumatori, lavoratori, risparmiatori, ecc.) senza prima aver ascoltato cosa ne pensino i diretti interessati. Si tratta di una parola sconosciuta alla destra italiana: “concertazione” e fu inaugurata nel nostro Paese nel 1993 dall’allora Presidente del Consiglio Carlo Azeglio Ciampi.

Giorgio Napolitano ha preso atto delle posizioni contrarie alla cosiddetta “riforma” Gelmini da parte degli studenti ed ha, a sua volta, illustrato le sue prerogative, che non gli consentono di non firmare una legge o un atto legislativo se non per motivi stringenti (incostituzionalità o mancata copertura finanziaria). Gli studenti hanno preso atto che il Colle è l’unico luogo dove è possibile dialogare ed esprimere, in piena civiltà, le proprie ragioni. Dall’altra parte c’è soltanto disprezzo e una totale incapacità di concepire il mondo come una sintesi delle diversità, c’è intolleranza e fascismo (quello dei La Russa e dei Gasparri), c’è una molesta incapacità di ricerca di quel “consenso per intersezione” che il filosofo della politica americano John Rawls considerava essenziale per qualsiasi democrazia. C’è, appunto, una totale ignoranza democratica.

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